Segni di confine

Segni

Martedì 10 novembre 2009, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la mostra Segni di confine. Quaranta artisti per il muro di Berlino a cura di Ivana D′Agostino e Loredana Rea. L′esposizione rimarrà aperta fino al 27 novembre, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.

L′evento espositivo è inserito in una più ampia programmazione culturale promossa dal Comune di Roma in occasione del ventesimo anniversario  del crollo del Muro di Berlino nel 1989, che ha rappresentato non solo la fine della separazione forzosa della città e con essa delle due Germanie, ma anche la fine della Cortina di Ferro e idealmente la riunione dell′Europa.
Il suo smantellamento ha significato dunque un impatto emotivo e sociale forte per i valori ideali di libertà, unione dei popoli, comprensione e tolleranza ad esso inevitabilmente connessi.
La mostra proposta dall′Associazione Culturale Fuori Centro è stata pensata con l′intento di sottolineare questi aspetti salienti sottesi al significato assunto nell′immaginario collettivo dalla presenza del Muro, tanto che anche nell′allestimento il richiamo al muro e alla sua demolizione, a ciò che ha rappresentato venti anni fa e a ciò che rappresenta ancora adesso è il nucleo intorno cui si sono organizzati gli interventi degli artisti invitati: Minou Amirsoleimani, Renzo Bellanca, Rosetta Berardi, Franca Bernardi, Pietro Celani, Luisa Colella, Maria Rita De Giorgio, Antonio De Pietro, Adriano Di Giacomo, Mimmo Di Laora, Gabriella Di Trani, Cosimo Epicoco, Annamaria Gelmi, Rosaria Gini, Salvatore Giunta, Paolo Gobbi, Iginio Iurilli, Vincenzo Ludovici, Marco Maffei, Giuliano Mammoli, Teresa Mancini, Venanzio Manciocchi, Dario Molinaro, Franco Marrocco, Carola Masini, Cosetta Mastragostino, Rita Mele, Gloria Pastore, Antonio Picardi, Teresa Pollidori, Roberta Pugno, Fernando Rea, Rosella Restante, Marcello Rossetti, Alba Savoi, Elena Sevi, Annamaria Suppa, Gerry  Turano, Oriano Zampieri. 
Un grande muro sarà costruito nella galleria, disposto diagonalmente per consentire la visione fronte/retro. La doppia visione del muro stabilisce duplici considerazioni sugli effetti della sua caduta. Certamente la positività consiste nella riunificazione della Germania, la qualcosa ha tuttavia messo a nudo le contraddizioni della crescita culturale ma, soprattutto economica, diversificata tra l′Est e l′Ovest. Da qui tutto il disagio di cui siamo a conoscenza e gli esodi massicci con le conseguenze per l′Europa che tutti conosciamo. 
La visione fronte/retro del muro e, per esteso, di ogni problema, pone in essere il progetto calandolo al centro di un dibattito culturale capace di vedere, soprattutto in una proiezione storica, sia le luci che le ombre.