Lo Spasimo e gli spasimi in Sicilia

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Galleria Regionale di Palazzo Abatellis
Lo Spasimo e gli spasimi in Sicilia
12 giugno 2010 ore 11,30

In Sicilia gli artisti si rapportano allo Spasimo di Raffaello Sanzio – oggi al Museo del Prado di Madrid – riconoscendogli attraverso i secoli tutta l′autorevolezza di un modello con cui confrontarsi: la partenza della tavola per la Spagna nel 1662, dopo circa 150 anni di permanenza a Palermo, non fu mai ″digerita″ dai siciliani.
Fra i primi interpreti Antonello Gagini, che peraltro aveva curato la degna sistemazione del dipinto entro l′altare in Santa Maria di Monte Oliveto, lo riproduce in rilievo marmoreo pur con varianti compositive, segno di una consapevole autonomia culturale, confermando in tal modo il ruolo trainante che la scultura aveva assunto in Sicilia nella delicata svolta dal tardo Gotico al Rinascimento.
In pittura si annoverano le copie fedeli ad opera di Antonello Crescenzio: quella del 1537, di grandi dimensioni, eseguita per il convento delle suore domenicane di Sciacca, replicata appena un anno dopo per la Chiesa dei Carmelitani di Palermo e oggi a Palazzo Abatellis. – tavola a fianco -.
Il realismo di primo Seicento con il Cristo porta croce del caravaggesco Mario Minniti guarda non più alla coralità da sacra rappresentazione di Raffaello, ma isola e avvicina la figura del Cristo e, con grande immediatezza comunicativa, pone in risalto l′aspetto umano psicologico del tema.
Il modello dello Spasimo si mantiene fedelmente nella scultura lignea di artefici siciliani per tutto il secolo XVII fino al successivo.
La linea continua della pregnanza dello Spasimo in Sicilia si conclude nell′Ottocento, in clima culturale di osservanza classica, con la fedele copia ad opera del siciliano Raffaello Politi, abile ed esperto conoscitore e copista dei classici, assertore del valore della imitazione come metodo di formazione culturale per l′artista accademico.

Galleria Regionale di Palazzo Abatellis
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