Antonio De Pascale – (un)Common Days – Paolo Maria Deanesi Gallery – Rovereto

Antonio De Pascale – (un)Common Days – Paolo Maria Deanesi Gallery – Rovereto
Inaugurazione venerdi 24 settembre ore 18.30  
 
Paolo Maria Deanesi Gallery – 25 settembre – 13 novembre 2010

L’opera di Antonio De Pascale dimostra come una certa pratica pittorica possa declinare in sottigliezza critica quella inevitabile “inattualità“ che il medium si porta dietro. Ma anche, e soprattutto,  come l’approccio realista sia ancora in grado di trasferirsi nell’orizzonte contemporaneo senza alcun dogmatismo.

Realismo inteso non tanto come stile, ma come atteggiamento rispetto a ciò che ci circonda e alla capacità dell’arte di costringere l’osservatore ad una sua ricezione riflessiva.

Attuata attraverso un lavoro pittorico tanto fedele nella riproduzione dei singoli soggetti scelti  quanto straniante nell’immagine complessiva ch’essi vanno a creare, la pittura di De Pascale sembra muoversi  lungo il doppio binario di una presa di distanza dal reale che diviene, nel tempo lungo della visione, una progressiva immersione inglobante, stereoscopica, nel paesaggio della contemporaneità.

Sospeso eppure caotico, rasserenante ed ansiogeno, nitido e al contempo ambiguo, il paesaggio di De Pascale sembra condurre lo spettatore in un tangibile non-luogo, nel quale l’artista condensa e ritrae, grazie ad una sorta di sezione aurea dello sguardo,  le anomalie, le difformità,  le incongrue stratificazioni su cui si definisce e si realizza il nostro presente storico. 

Per la sua prima personale presso la Paolo Maria Deanesi Gallery, De Pascale presenta una nuova serie di Nature Morte attraversate da scene di genere che l’artista sottrae alla vaporizzazione dei media contemporanei per rioffrirle allo sguardo trasfigurate dalla pratica pittorica.

Una processualità dal forte valore simbolico che procede per scarti visivi,  sia in senso letterale (le composizioni sono fatte prevalentemente di resti, involucri nella fase terminale del consumo), sia come deviazioni di senso, crepe linguistiche. Una strategia visiva tesa a circoscrivere  il senso di non-identità che accompagna tanto la nostra storia quanto il nostro quotidiano.

Vanitas che virano in paesaggio,  divengono scenari simil-urbani percorsi  da strane  tensioni e microeventi conflittuali, animati da minuscoli personaggi dalle posture e dai gesti  noti  ma  riassemblati e contestualizzati  in modo incongruo, dove il reale sembra affiorare per atti mancati piuttosto che per capacità interpretativa.

Fra spettacolo e conflitto, turisti e sfollati, incendi e fuochi d’artificio, soccorritori e spettatori, acrobati ed antagonisti, nei lavori di De Pascale la riflessione sulla capacità della pittura di penetrare il reale, selezionandone, decostruendone e rielaborandone codici e modelli, diviene fondamentalmente una possibilità  di riposizionamento e di rilettura, tanto visiva quanto cognitiva, dell’intero sistema al quale tali situazioni fanno riferimento.

Opere di Antonio De Pascale sono state esposte in importanti musei  italiani ed esteri (Museion – Bolzano, SMS – Siena,  IVAM – Valencia, Soma Museum of Art – Seul, Centre d’Art Toulon/Provence – Tolosa..) e acquisite da  importanti collezioni pubbliche e private, italiane e straniere (Montblanc Young Artist World Patronage – Amburgo, IdPack – Parigi, Soma Museum of Art – Seul, Colecciòn Valencia Art Contemporaneo – Valencia…).

Antonio Pascale‘s artwork is able to demonstrate how some kind of painting  trasforms its “stalness” into critical wit. Even more, it shows how a realistic approach can still enter the scenery of contemporary art without any dogmatism. By realism we mean, more than a style, the attitude towards the reality around us and the capability to force the viewer to look at it with a reflective approach.

Obtained by a method, which reproduces accurately the choosen objects individually, but at the same time creates a diverting images of them as a whole, De Pascale’s painting takes the distance from reality to become a progressive and stereoscopic immersion into the scenery of contemporaneity. Suspended and still chaotich, conforting but also distressing, clear and at the same time ambiguos,

De Pascale’s sceneries take the viewer to a touchable non-place, where the artist condenses and portrays- thank to a kind of golden section of the regard- the anomalies, the deformations and the discordant stratifications where our historical present takes place.

For his first solo show at the Paolo Maria Deanesi Gallery, De Pascale displays a new serie of still lifes, crossed by genre views the artist has taken from current media in order to re-present them to the viewer, transfigured through his painting. It is a process with a strong symbolic value, a process progressing by “visual swerves”, both iconographicaly – in most part the images represent waste (wrapping of used products)- and lingustically.

It is a visual strategy that wants to circumscribe that feeling of non-identity accompanying our history as much as our everyday life. Vanitas are landscapes, almost-urban sceneries crossed by weird tensions and collisions. They are animated by tiny characters, whose poses and gestures are familiar but are put together in a discordant way.

There, reality enters more through failed acts than  through its interpretations. Among shows and conflicts, turists and evacuues, fires and fireworks, rescuers and spectators, acrobats and opponents, De Pascale’s reflection on how painting is capable  of penetrating reality, by selecting, decostructing and realoborating its codes and models, becomes a possibility to re-place and re-interpret the system to which such codes and models belong to.

Antonio De Pascale’s artworks have been shown in prestigious museums in Italy and abroad (Museion – Bozen SMS – Siena,  IVAM – Valencia, Soma Museum of Art – Seul, Centre d’Art Toulon/Provence – Toulon..). His artworks have been acquired by significant  private and public Italian and foreign collections (Montblanc Young Artist World Patronage – Amburgo, IdPack – Parigi, Soma Museum of Art – Seul, Colecciòn Valencia Art Contemporaneo – Valencia…).
Federico Mazzonelli