OTHERS RESIDENT – Fondazione Brodbeck Catania

OTHERS RESIDENT – Fondazione Brodbeck – Catania
1 ottobre – 15 novembre – a cura di Giovanni Iovane

barbaragurrieri group, Nazim Hikmet Richard Dikbas, Mohamed El Baz, Vassilis Patmios Karouk, Domenico Mangano, Sebastiano Mortellaro.

Fondazione Brodbeck – Catania – 1 ottobre – 15 novembre
a cura di Giovanni Iovane
Conferenza stampa: 1 ottobre 2010, ore 17,30 – Inaugurazione: 1 ottobre 2010, ore 18,30

Others, la mostra delle Biennali del Mediterraneo prodotta da RISO, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, si è inaugurata a Palermo e a Catania lo scorso luglio: tre importanti Biennali del Mediterraneo Marrakech, Istanbul e Atene – hanno proposto una selezione di opere negli spazi espositivi di Palazzo Riso a Palermo e della Fondazione Puglisi Cosentino a Catania.

Questo straordinario spostamento geografico e culturale, oltre ad un progetto espositivo, ha originato anche uno scambio di residenze tra artisti selezionati sia dall’archivio S.A.C.S. (creato da RISO) che dai curatori delle tre Biennali. Sin dalla primavera scorsa, tre artisti siciliani – /barbaragurrieri/group, Sebastiano Mortellaro e Domenico Mangano – hanno lavorato in residenza, rispettivamente, a Istanbul, Rabat e Atene.

Di contro Nazim Hikmet Richard Dikbas (Istanbul), Mohamed El Baz (Casablanca), Vassilis Patmios Karouk (Atene) – selezionati dai curatori delle tre Biennali coinvolte, Bige Orer, Abdellah Karroum, Xenia Kalpaktsoglou – hanno lavorato tra Palermo e Catania.

La mostra Others Resident, che si inaugura il 1 ottobre alle 18,30 – preceduta da una conferenza stampa alle 17,30 – negli spazi della Fondazione Brodbeck di Catania è il risultato di queste residenze incrociate.
Le opere create dal “viaggio” di ogni artista di Others Resident saranno acquisite ed entreranno a far parte della collezione del museo Riso.

Le residenze d’artista sono un fenomeno internazionale abbastanza recente che negli ultimi anni ha conosciuto un’incredibile proliferazione. Ciò che in origine era stato pensato come un premio individuale, una borsa di studio di tipo universitario, è divenuto una rete capillare che apparentemente prefigura l’esistenza di una “comunità” artistica internazionale in perenne spostamento.

La mostra Others Resident nasce, invece, all’interno di una logica di scambi culturali tra paesi del Mediterraneo testimoniati concretamente da uno spostamento simultaneo e istituzionale (delle Biennali di Marrakech, Istanbul e Atene in Sicilia) e da incroci e intersezioni degli artisti dei Paesi coinvolti.

La geografia e la realtà sociale dell’altro, ovviamente nella sua accezione plurale e mediterranea, ha trovato una sua ulteriore presentazione nella dimensione esistenziale del “residente”.
Resident, in inglese e in italiano, esprime una permanenza in un dato luogo. E’ qualcosa di più del semplice domicilio che esprime una temporanea appartenenza. Il residente ha a che fare, oltre che con l’esterno, anche con l’interno di un luogo, di una città o di un Paese.

Gli artisti selezionati da Riso e dai curatori delle Biennali di Marrakech, Istanbul ed Atene, sono stati, per un certo periodo di tempo, interni ad una città per loro straniera (geograficamente confinata nello spazio del Mediterraneo).

Rispetto al modello storico e occidentale del Grand Tour (quando gli artisti nordici assumevano temporaneo domicilio in Italia), le residenze avviate dal progetto espositivo Others hanno l’intenzione e lo scopo di documentare le possibili trasformazioni di un’opera d’arte all’interno di uno spazio altro; qualcosa di più di una semplice documentazione di un viaggio o di una cronaca (alla maniera di uno scribe resident).

Tutti gli artisti coinvolti nella mostra Others Resident sono accomunati da una marcata relazione con la realtà contemporanea e con le sue immagini sociali. A questa loro predisposizione “residente” si è aggiunta, in maniera sorprendente e significativa, una corrispondenza con il luogo di residenza, attraverso i loro progetti realizzati poi in mostra.

I lavori in “residenza”

L’artista marocchino Mohamed El Baz presenta “Fuck the Death”, progetto composto da un Wall Drawing (originato dall’immagine di una carta da gioco spagnola, adoperata in Marocco, che allude ai nostri segni della Scopa) con diverse mensole su cui poggiano 100 bottiglie su cui compaiono i nomi di artisti italiani dal dopoguerra ad oggi.

I disegni esposti da /barbaragurrieri/group prendono spunto dalla capacità da parte dell’informazione televisiva di deformare la realtà dei fatti, e da uno spunto di cronaca che ha segnato l’inizio della loro residenza a Istanbul: l’assalto della marina israeliana alle navi umanitarie che battevano bandiera turca.

Domenico Mangano ha realizzato due video-proiezioni “scaturite” dall’apice della grave crisi economica greca e dalle manifestazioni di protesta ad Atene.

Nazim Hikmet Richard Dikbas, con i suoi disegni e fotografie, ha lavorato sulla memoria e sull’immagine “trovata”.

Sebastiano Mortellaro si affida ad un’immagine-simbolo, la stella presente sulla bandiera del Marocco, che nel suo lavoro si trasforma in un’installazione composta da parabole riempite di cous cous. Da casse acustiche, montate sulle parabole, si diffondono voci registrate durante alcune manifestazioni di protesta di disoccupati in Marocco.

L’analisi dei meccanismi del potere, la rappresentazione della vanitas insita nella ricerca del potere, sia in una prospettiva sociale che nella singolare dimensione individuale, sono oggetto della videoproiezione e della pittura dell’artista greco Vassilis Patmios Karouk.

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