Elio Armano – Pensare con le mani – Sala Rossini del Pedrocchi – Padova

Elio Armano – Pensare con le mani – Sala Rossini del Pedrocchi – Padova
venerdì 26 novembre 2010, ore 18

"ELIO ARMANO. Pensare con le mani" Padova, Sala Rossini del Pedrocchi, venerdì 26 novembre 2010, ore 18

Venerdì 26 novembre, alle 18, in Sala Rossini del Pedrocchi, grande festa per Elio Armano che festeggia i suoi 65 anni con la presentazione di un libro che racchiude, racconta, analizza il suo lungo percorso d’artista. Titolo dell’opera: "Pensare con le mani".

A parlare di Armano, con la regia di Omar Monestier, direttore del Mattino di Padova, saranno Flavio Zanonato, Sindaco di Padova, Marino Zorzato, Vice Presidente e Assessore alla Cultura della Giunta Regionale del Veneto, Angelo Tabaro, Segretario Generale Cultura e Turismo della Regione del Veneto, Andrea Simionato, di Antiga Edizioni e il fotografo Giovanni Umicini, auitore delle immagini dell’opera.

Anche grazie a queste immagini, il volume è molto di più di una carrellata di sculture scelte tra la incredibile produzione di Armano a partire dal lontanissimo millenovecentocinquantanove.

Quello che ne emerge è una sorta di bilancio di un artista che ha navigato e continua a navigare tra multiformi esperienze che vanno da un impegno culturale interdisciplinare all’attività politica, istituzionale e giornalistica.

A sottolineare il valore del compendio compreso nel ricco ed elegante volume realizzato da Antiga Edizioni di Crocetta del Montello, sono da una parte le foto di Giovanni Umicini, tutte rigorosamente in bianco e nero e scattate a partire dagli anni settanta, dall’altra una densa, stimolante introduzione di Francesco Jori, uno che Armano lo conosce bene come recita il sottotitolo di un profilo che ha voluto chiamare "Un marziano si aggira per il Veneto".

Dopo le oltre cento foto analogiche stampate in esacromia per esaltare la ricchezza del nero di Umicini, il libro contiene un’appendice di pugno dello stesso Armano fatta di spunti e considerazioni per un’intervista immaginaria, pretesto questo per riflessioni che spaziano da momenti autobiografici alle esperienze professionali, ai materiali della scultura e al porsi dell’arte contemporanea in rapporto con le contraddizioni e ai problemi del presente. Non un testamento d’artista, quindi.

Semmai la dichiarazione di fiducia, i progetti, i sogni di un uomo che, come tutti coloro che la vita l’hanno vissuta con risoluta pienezza, sanno guardare e vedere al di là di ogni costrizione e di ogni orizzonte.

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