Giuliano Mammoli – Lezioni di volo – Studio Arte Fuori Centro – Roma

Giuliano Mammoli – Lezioni di volo – Studio Arte Fuori Centro – Roma
dall’8 gennaio fino al 28 gennaio 2011

Sabato 8 gennaio 2011, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale Giuliano Mammoli. Lezioni di volo, curata da Loredana Rea.

L’esposizione rimarrà aperta fino al 28 gennaio, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.

La mostra, è il primo appuntamento di Dissonanze transitorie, ciclo tematico di approfondimento, ideato dal critico Loredana Rea con l’intento di riflettere sul bisogno di contaminazione, che sembra caratterizzare in maniera assolutamente determinante la ricerca contemporanea, intesa non solo come volontà di uscire da canoni espressivi e tecnici considerati tradizionali per raggiungere una maggiore libertà di azione, ma anche come necessità di focalizzare l’attenzione su dettagli che altrimenti sfuggirebbero, per delineare i confini di un territorio ampio in cui prospettive differenti trovano sempre nuove declinazioni.

Nell’arco di tempo compreso tra febbraio e giugno sei artisti – Giuliano Mammoli, Elena Nonnis, Elettra Cipriani, Anna Maria Fardelli, Elisabetta Diamanti e Minou Amirsoleimani – differenti per formazione e scelte operative, si confrontano per evidenziare l’importanza di una pratica di continuo e ricercato sconfinamento, strettamente connessa alle molteplici e talvolta transitorie dissonanze di metodo, di progetto, di strumenti e di idee.

Quello proposto è dunque un percorso assolutamente permeabile in cui gli artisti invitati presentano le loro opere come i segni inequivocabili della complessa articolazione di un mosaico linguistico capace di creare interessanti commistioni, raffinate decontestualizzazioni e seducenti alterazioni, con l’obiettivo di rendere manifesta la complessità di questo nostro tempo.

Per questa esposizione Giuliano Mammoli presenta una installazione di grande suggestione: grandi bozzoli luminosi sono stati disposti nello spazio della galleria, a custodire la fragilità di nuove esistenze, che una volta liberate dalla loro sottile corazza dovranno confrontarsi con le difficoltà della quotidianità. Necessitano allora di suggerimenti per imparare a vivere e, soprattutto, per comprendere gli errori commessi da altri ed evitare di ripeterli. Necessitano inevitabilmente di lezioni di volo, per conquistare la consapevolezza di sé e la speranza in un mondo migliore, attento ai bisogni profondi degli uomini e non solo all’esercizio del potere.

A colpire è la necessità per l’artista ad intrecciare sapientemente etica ed estetica, con la dichiarata intenzione di fare dell’arte una pratica che trasformi il modo di pensare della gente, affinché si possa vivere una vita più consciamente responsabile degli effetti di ogni singola azione, sia pure nella sua assoluta problematicità. L’intento infatti è sollecitare una diversa attenzione alla realtà quotidiana per coglierne il senso, superando l’effimera e fuorviante articolazione dell’apparenza.                                                                                                              

Musica di supporto all’istallazione
"Systematic Delay" scritto e suonato da Maurizio Barbetti,
per tre viole sovrapposte e live electronics.
www.myspace.com/mauriziobarbetti

LEZIONI DI VOLO
Riflessioni tra etica ed estetica
Tutta l’arte è una rivolta contro il destino dell’uomo
André Malraux

Quella che Giuliano Mammoli ha progettato per questa nuova occasione espositiva è un’istallazione configurata intorno ad un calibrato minimalismo, apparentemente lontana dalle problematiche affrontate in precedenza. A un primo sguardo sembra che l’artista abbia voluto sfiorare con inaspettata levità la complessità dell’esistenza e creare un’atmosfera di metafisica sospensione, in cui enigmatiche forme primarie evocano l’infinito fluire della vita.

I bozzoli sono metafora di accadimenti futuri, di energie in fieri, di possibilità inespresse, racchiuse in una sottile corazza che li protegge dal mondo, avulsi dalla quotidianità ed estranei a tutto ciò che succede intorno.
Eppure l’intento non è questo. Ancora una volta, come del resto in ogni circostanza nel corso di questi ultimi anni l’obiettivo è sollecitare una diversa attenzione alla realtà per coglierne il senso, superando l’effimera e fuorviante articolazione dell’apparenza.

Da oltre un decennio, infatti, la ricerca di Mammoli si è indirizzata sulla necessità di intendere l’arte come il luogo dell’incontro tra etica ed estetica. Tanto che le tematiche affrontate si sono composte, scomposte e ricomposte a formare un tracciato netto, preciso, mai casuale, capace di esprimere la convinzione che l’arte è una pratica in grado di cambiare il modo di pensare, ponendo l’accento sulla necessità di vivere una vita più consapevole, sia pure nella sua assoluta problematicità, e di lasciare emergere la densità di senso sottesa a ogni azione.

L’assunto di partenza è l’esigenza di esplorare la condizione umana in una società sempre meno attenta ai bisogni profondi dell’individuo, per esprimere l’urgenza di stare dentro la vita, e affrontare le incongruenze che l’attraversano. Mentre il punto di arrivo è la convinzione che attraverso l’arte si può comprendere ciò che appare inesplicabile, sanare le contraddizioni che attraversano la realtà e creare sempre nuove opportunità di confrontarsi ad essa.

L’arte, quindi, è intesa come impegno nei confronti del mondo e lucida presa di coscienza sui modi di trasformarlo, sia pure con gli strumenti che le sono più congeniali. È possibilità di un rapporto diverso con la collettività, per riscoprire il doveroso rispetto dell’altro e ritrovare la capacità di affermare l’importanza di un’integrità imprescindibile.

È necessità di combattere contro un sistema che sempre più spesso agisce in senso contrario ai valori che dovrebbe promuovere e opportunità di difendere la libertà di scelta e di azione rispetto alle regole imposte da un organismo sociale che trascura le reali esigenze degli esseri viventi.
Da queste riflessioni nasce il nuovo lavoro di Giuliano Mammoli, ulteriore tentativo per comprendere le ragioni dello scollamento tra l’individuo e la società, costruito come d’abitudine mescolando suggestioni diverse, captate attraverso uno sguardo sempre attento a metterne a fuoco le potenzialità e svelarne la natura, elaborandole poi con l’intelligenza che lo contraddistingue.

A colpire è la sua capacità di partire dalla vita di ogni giorno, per creare una partitura in cui ordinario e straordinario si rapportano dialetticamente, lasciando emergere la sottile poesia che li pervade, quella stessa che sostanzia il farsi silenzioso delle piccole cose.
L’ambiente sembra pulsare di vita propria, nonostante la ricercata rarefazione e l’assenza totale di accadimenti. È come se lo pervadesse la certezza che qualcosa dovrà avvenire, come se si percepisse la forza dell’energia pronta a sprigionarsi, per deflagrare con violenza o propagarsi secondo un ritmo suo proprio.

L’artista ha ideato un’elementare eppure potente messa in scena della nudità della condizione umana, svelata a un pubblico capace di avvertirne l’importanza e innestarvi la propria esperienza, che va ad arricchire quella originaria e proietta la realtà verso nuovi orizzonti, in cui la componente emozionale è il punto di contatto. I grandi bozzoli luminosi custodiscono la fragilità di nuove esistenze, che una volta liberate dalla protezione del loro involucro leggero e al tempo stesso tenace, limite provvisorio che separa dalla molteplicità aggressiva dell’esterno, dovranno confrontarsi con le difficoltà della quotidianità.

Hanno bisogno di suggerimenti per imparare a vivere e, soprattutto, per comprendere gli errori commessi da altri ed evitare di ripeterli. Necessitano di lezioni di volo, per conquistare la consapevolezza di sé e l’opportunità di costruire un mondo migliore, attento ai bisogni profondi degli uomini e non solo all’esercizio del potere.
Loredana Rea