Anna Costantini – Sulla via del Sale – Galleria della Tartaruga – Roma

Anna Costantini – Sulla via del Sale – Galleria della Tartaruga – Roma
dal 9 al 19 aprile 2011

Il 9 Aprile vernice della personale di Anna Costantini “Sulla via del Sale
Alla Galleria “Della Tartaruga” di Roma fino al 19 Aprile  

Sabato 9 Aprile, dalle ore 18.00 in poi, presso la Galleria “Della Tartaruga” a Roma (Via Sistina 85A, tel/fax 06 6788956; orari: 10-13; 16,30-19,30, esclusi i festivi e il lunedì mattina; www.galleriadellatartaruga.com; info@galleriadellatartaruga.com), si aprirà la mostra "Sulla via del Sale" dell’artista Anna Costantini, una collezione di 9 opere dedicate all’antichissima Via Salaria, fondamentale linea di collegamento tra Roma e il Mar Adriatico.

Le opere sono ispirate alla storia, al meraviglioso paesaggio, alle tradizioni popolari e ai destini intrecciati di uomini che conservano intatto nei secoli il loro mistero.

“Notte dei Tempi” (cm 100×70), ricorda la lunghissima vita di questa arteria,  “Sciabordio” (cm 85×120),  rimanda invece alla meta dell’antica strada: Castrum Truentinum, dalla quale i soldati romani e prima ancora i Sabini riportavano il sale (si racconta che proprio per le strie di sale cadute dai carri la via tese nel tempo a diventare bianca). “Gole del Velino” (cm 85×120) segue  il ramo principale della Salaria che si dirigeva a Nord seguendo il sinuoso letto di questo fiume, che scorre lungo le pendici del Terminillo.

Proprio queste gole, suggestive e profonde,  costituirono però un gravoso problema  lungo il percorso della Salaria e al loro valico dovettero porre mano e potenzialità creativa  gli ingegneri di ben tre imperatori: Augusto, Vespasiano e Traiano.

Le altre opere prendono spunto da modi di dire  o da impressioni stagionali (“Agosto, capo d’inverno”,  “Suggestioni d’Autunno”, “Tra i folti boschi”, tutti di cm 85×120) o da feste popolari (Lo «sparo» di Sant’Emidio, ovvero i fuochi d’artificio che si tengono ogni anno ad Ascoli Piceno durante la notte del 5 agosto, giorno dedicato al Santo Patrono dei terremoti).

L’albero di Picciò”, ovvero l’albero di Piccione (un platano che si trova sulla Salaria a tre Km da Ascoli Piceno in direzione Roma), ha invece una storia talmente particolare da entrare di merito nell’Elenco degli Alberi Monumentali Italiani, albo redatto dal Corpo Forestale dello Stato.

Nel 1718 si descrivono i lavori del rinnovamento del selciato della strada e si individua questo enorme albero nel cui tronco cavo sembra si nascondesse un membro della famiglia Parisani,  soprannominato “Piccione”. Il fusto ha una circonferenza di 8,7 metri e la sua cima tocca i 24 metri d’altezza, circondata da una chioma lussureggiante.

Ma a una storia reale si contrappongono spesso altre storia, quelle popolare. E l’“Albero di Picciò” si lega prima alla storia del Regno d’Italia, a un priore Giovanni Piccioni vissuto nel Secondo Ottocento, un comandante degli Ausiliari Pontifici a capo di una banda di Briganti Antiunitari a cui vengono contestate imputazioni per attentato alla sicurezza dello Stato.

Il tronco cavo diventa quindi il suo nascondiglio per tendere imboscate agli ignari viaggiatori: a legare il platano cavo a questo Piccioni vi è un riferimento storico, un combattimento tra i suoi fidi e i soldati Repubblicani capitanati da Colucci. Nel 1963, tradito dai suoi compagni e catturato venne condannato al bagno penale e morì nel carcere di Forte Malatesta ad Ascoli Piceno.

Sembra però che nello stesso albero si nascose per un certo periodo anche il famoso bandito Cimino, poi catturato e ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia a Roma sulla  Via Nomentana nel 1967, inseguito dal famoso poliziotto Spatafora, conosciuto da tutti come il "Poliziotto con la Ferrari".

A chiudere la mostra “Rovine di un Impero”, sulla caduta di Roma e il conseguente disfacimento delle sue splendide e antiche strade.