Vito Vaccaro – Un Filo che si Riannoda – Palazzo S.Elia – Palermo

Vito Vaccaro – Un Filo che si Riannoda – Palazzo S.Elia – Palermo
dal 28 ottobre al 27 novembre 2011

PALERMO RITROVA LE OPERE DI VITO VACCARO  DAL 28 OTTOBRE A PALAZZO S. ELIA LA MOSTRA ANTOLOGICA “UN FILO CHE SI RIANNODA”

Palermo ritrova un “suo” artista dimenticato. Palazzo S.Elia ospita da venerdì 28 ottobre la mostra antologica “Vito Vaccaro. Un filo che si riannoda”, promossa dalla Provincia Regionale di Palermo.

L’esposizione propone circa 80 opere di questo pittore e scultore  nato nel 1887 a Palermo dove frequentò l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Mario Rutelli, ricevendo i primi riconoscimenti, prima di trasferirsi a Milano nel 1920, quando entrò a far parte della cerchia degli artisti milanesi, e dove operò fino al 1960, anno della sua scomparsa.

 Grazie all’impegno della figlia Gioietta che ha ricostituito il patrimonio del padre, Palermo potrà rivisitare la vita e le opere di un artista molto apprezzato durante gli anni nella metropoli lombarda e del quale si erano perse le tracce.

La mostra, che resterà aperta fino al 27 novembre al terzo piano di palazzo S.Elia, sarà inaugurata venerdì 28 ottobre alle 18,30 dal Presidente della Provincia Giovanni Avanti e dall’assessore alla cultura Pietro Vazzana, alla presenza della figlia di Vaccaro, Gioietta. “Dopo la mostra di Giovanni Lentini nei mesi scorsi – sottolineano Avanti e Vazzana – la Provincia riporta in città un altro artista palermitano affermatosi a Milano, per proporre all’attenzione del pubblico e della critica le sue opere per troppo tempo dimenticate. Con questa esposizione l’amministrazione riconferma il proprio impegno nella riscoperta e valorizzazione della grande arte siciliana”.

Nella mostra di Palazzo Sant’Elia vengono proposti disegni, bronzi di finezza plastica (”Bimba col cerchio” “L’offerta”) e opere pittoriche (oli su tela e su tavola di ritratti, figure, nudi, paesaggi, nature morte) che, con pennellate decise e ricchezza di controluce, restituiscono il sentimento e l’atmosfera  del momento.

Legato alla matrice meridionale del verismo di fine ottocento, Vaccaro ha esposto più volte alla Reale Accademia braidense, alla Biennale di Venezia, all’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma , alle varie mostre Interprovinciali di Milano e ha realizzato molteplici personali.

Nella sua presentazione alla mostra la professoressa Maria Antonietta Spadaro, critico d’arte, scrive : “Vito Vaccaro era figlio di un noto commerciante, Don Angelo Vaccaro, titolare di un negozio di arredamento sito nei pressi dei Quattro Canti palermitani. Sarà stata forse questa attività paterna, dedita alla decorazione delle raffinate dimore della Palermo bene, ad affascinarlo educandolo al gusto del bello.

La formazione palermitana gli fornì non pochi stimoli, impartitigli all’Accademia di Belle Arti da Mario Rutelli, esponente di spicco a Palermo e da quella felice breve stagione dell’arte che, tra Ottocento e Novecento, aveva percorso istanze stilistiche, dal Liberty al simbolismo al verismo, pur sempre nell’ambito di un rigoroso virtuosistico discorso accademico.

Ma accanto a Rutelli operavano in città importanti scultori come Benedetto Civiletti, Antonio Ugo, Ettore Ximenes, Bernardo Balistreri e molti altri. Oltre agli artisti citati, la scuola napoletana di scultura, al seguito del grande, insuperabile maestro verista, Vincenzo Gemito – che Vaccaro ebbe modo di incontrare – fu senza dubbio un esempio per il giovane scultore.

Già a Palermo all’Esposizione di Belle Arti del 1914, Vaccaro ricevette la medaglia d’argento per la scultura, da una giuria composta da Ernesto Basile, Ettore De Maria, Vincenzo Ragusa, Francesco Valenti ed Enrico Calandra. Tra le sculture realizzate a Milano troviamo interessanti opere destinate al Cimitero Monumentale della città, targhe commemorative e piccoli felici bronzetti, spesso dedicati a bambini, grazie ai quali Vaccaro fu definito “interprete dell’infanzia”.

L’esperienza pittorica si sviluppò in un secondo momento (dopo aver dato prove notevolissime nel disegno) con opere dal tocco postimpressionista di gradevole effetto e interessanti vedute che registrano la Milano del suo tempo.

Vaccaro appartiene a quella categoria di artisti, dal sicuro mestiere e dall’acuta sensibilità, che tuttavia non credono che l’arte possa incidere e modificare il mondo o almeno la percezione di esso; possa cioè superare i confini di un lavoro volto alla serena contemplazione delle cose che lo circondano e che costituiscono il proprio orizzonte privato: essenzialmente figure, paesaggi, nature morte.

Sebbene estraneo ai movimenti artistici sviluppatisi a Milano dagli anni ‘20 in poi, egli si impose nel panorama artistico della città, ricevendo numerosi riconoscimenti”.

La mostra resterà aperta a Palazzo Sant’Elia (via Maqueda, 81) dal 28 ottobre al 27 novembre
Orari: da martedì a sabato 10.00/18.30 – domenica e festivi 9.30/13.00
Ingresso libero
Info: URP 091-6628290 / 091-6628450 –
www.provincia.palermo.it

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