Francesco Mariani – La Ricerca dell’Eros – Manni Art Gallery2 – Lido di Venezia

Francesco Mariani – La Ricerca dell’Eros – Manni Art Gallery2 – Lido di Venezia
dal 2 al 30 Aprile 2012

GRANDE SUCCESSO PER LA MOSTRA "LA RICERCA DELL’EROS" DI FRANCESCO MARIANI PRESSO LA MANNI ART GALLERY2 – LIDO DI VENEZIA

FRANCESCO MARIANI – La Ricerca dell’Eros – Mostra e catalogo a cura di Gregorio Rossi e Valentina Campatelli – Lido di Venezia, alla Manni Art Gallery2 – Dal 2 al 30 Aprile 2012

Francesco Mariani ritorna a Venezia a distanza di pochi mesi; infatti nell’estate del 2011, in occasione della Biennale di Venezia, aveva partecipato alla mostra Symphonie de Couleurs allestita nelle splendide sale del Palazzo Pesaro Papafava, organizzata da Artouverture di Milano nelle persone di Carlo Francesco Galli e Rita Calenda.

In quell’ occasione il gallerista Claudio Manni notò le opere del Mariani e si rivolse ai titolari di Artouverture per avere una personale nella sua galleria del pittore di Sesto Fiorentino.

Carlo Galli e Rita Calenda hanno coinvolto Gregorio Rossi e Valentina Campatelli, che avevano curato il catalogo del 2011, per la cura della mostra ora in corso. Un’esposizione che presenta l’ultimo prodotto dell’artista oltre ad una impostazione del tutto nuova del suo lavoro. La prima sorpresa si è avuta per l’inaugurazione che in un giorno piuttosto anomalo come il Lunedì ha visto un’affluenza tipica delle grandi occasioni.

La mostra si incentra su opere materiche dove sulla pittura vera e propria che ovviamente è bidimensionale si sviluppano nella terza dimensione applicazioni in resina di rappresentazioni che non abbandonano il figurativo suo tipico ma che ora vivono in bilico con l’informale.

L’assoluta novità si rispecchia proprio nel titolo, non solo per la parola Eros, ma anche e soprattutto per il termine ricerca; Mariani infatti pur partendo dai dettami del suo maestro Piero Nincheri ha caratterizzato tutto il suo percorso artistico nel perfezionare uno stilema personale e nel trovare sempre nuovi argomenti sui quali soffermarsi, studiare ed indagare.

Bisogna far notare che stiamo parlando di un pittore che non vive però della presunzione della scoperta scaturita dall’isolamento, ma che si confronta e si rapporta con le esperienze altrui in quella maniera caratteristica delle botteghe dalle quali sono usciti i più bei nomi del passato.

Fedele a questo concetto la mostra ruota intorno a dipinti e disegni di nudo intercalati e qualche volta confrontati con una teoria di fotografie di modelle; il tutto in un lavoro di gruppo con i due curatori. Mariani da qualche tempo si è dedicato alla fotografia, però proprio per fedeltà al termine ricerca non ha esposto le sue foto ma si è avvalso degli scatti di terzi proprio per caratterizzare il confronto del quale abbiamo appena parlato.

Il visitatore vede dunque la raffigurazione della sua modella Valentina Campatelli nei suoi disegni e di nuovo la stessa modella nelle foto scattate nell’ottica di un altro autore ed ancora foto appartenenti ad un recente passato di alcune che furono modelle della migliore scuola fiorentina alla quale d’altronde il Mariani appartiene.

Una mostra dunque che segna un traguardo e l’inconfutabile riconoscibilità e personalità del pittore, per di più su un palcoscenico di assoluto prestigio e internazionalità come è Venezia, la città della Biennale, luogo deputato alla proposta della contemporaneità e della novità.

Spesso ci interroghiamo sulla funzione dell’arte e sugli effetti che la bellezza dovrebbe esercitare tanto sugli individui quanto sulla cultura della società; dovrebbe emozionare la parte più intima e forse la più inconfessata di noi stessi.

Francesco Mariani ha provato a sondare il mistero ed a calarsi nel suo segreto senza profanarlo per poi rappresentarcelo con le tele colorate e con il bianco e nero dei disegni e delle fotografie che forse ancor più della cromia incidono ed un poco anche aggrediscono nella figura intera e nei particolari mettendo in evidenza un erotismo che è proprio a tutti e che qui diviene meno pruriginoso perché nella sua manifesta evidenza acquista quel tono di normalità e dolcezza che magari solo un artista ci può rappresentare liberando energie da condividere. Gregorio Rossi

 
Press-office
Daniela Lombardi
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