Palermo racconta la Cultura Iberoamericana – Ciclo di Conferenze – Palermo

Palermo racconta la Cultura Iberoamericana – Ciclo di Conferenze – Palermo
dal 26  febbraio 2013 – ore 18,00

RELATORI – GIULIA INGARAO; BARBARA MORANA; GIUSEPPE TROCALE; SANDRO DIELI; GIGI RAZETE

Palermo racconta la cultura Iberoamericana  è un ciclo di conferenze che vuole raccontare la Spagna e l’America latina attraverso lo sguardo di studiosi e esperti legati a Palermo. Lo stesso edificio che ospita il Cervantes a Palermo, la chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani, è il segno tangibile di un collegamento che dura e resiste nei secoli.

Cinque incontri che spaziano dalla musica alla letteratura, dalle arti figurative al teatro per offrire spaccati inediti e nuove prospettive sulla cultura Iberoamericana, con l’esperienza di agenti culturali che pur avendo la loro base in Sicilia hanno percorso, da un lato all’altro dell’Atlantico, la Spagna e il continente americano.

Martedì 26  febbraio alle  ore 18:00
Il laboratorio creativo in Messico negli anni quaranta: Leonora Carrington e la colonia surrealista

Tema centrale della conferenza è lo sviluppo dell’arte surrealista in Messico, analizzato a partire da alcuni esempi di creazione di gruppo degli artisti europei che negli anni Quaranta scelsero Città del Messico come luogo d’asilo e che insieme diedero vita ad una vivace comunità surrealista.

La messa a fuoco delle ragioni che conducono in Messico artisti relazionati col movimento parigino e provenienti da diverse città europee, come Remedios Varo, Leonora Carrington, Kati e José Horna, Benjamín Péret, Edward James, Luis Buñuel e molti altri, sposta la riflessione sul processo di mitizzazione della cultura messicana.

L’analisi si sviluppa attorno alla figura e all’opera di Leonora Carrington – artista inglese giunta in Messico nel 1943 – e alle straordinarie esperienze surrealiste cui prese parte: dalla costruzione del labirinto fantastico di Xilitla, all’animazione della rivista “S.nob” e ai numerosi atti surrealisti realizzati con la complicità magico-ironica di Remedios Varo e Kati Horna.

Giulia Ingarao
Critica e storica dell’arte, si è specializzata in Storia
dell’arte presso l’Instituto de Investigaciones Estéticas, Facultad de Filosofia y Letras, División Estudios de Posgrados de la  Universidsad Nacional Autónoma de México e ha ottenuto il titolo di dottore di ricerca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo.

Attualmente è docente di storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo e direttore artistico del Centro d’Arte Piana dei Colli di Villa Alliata Cardillo, Palermo (www.pianadeicolli.it), spazio che si dedica alla promozione dell’arte contemporanea a livello nazionale e internazionale. Ha curato divestre mostre personali e collettive di artisti emergenti e storicizzati. Come specialista dell’opera dell’artista inglese Leonora Carrington, ha pubblicato numerosi saggi sullo sviluppo del surrealismo in Messico.

Ha realizzato studi e pubblicazioni sui seguenti temi: arte e follia, Art Brut e Outsider Art, Arte astratta in Italia negli anni 50, Arte e pubblicità. È stata relatore in congressi internazionali d’arte contemporanea in Italia, Germania, Spagna e Messico.

Martedì 5 marzo alle ore 18:00
C’era una volta l’arte latinoamericano

La conferenza propone una passeggiata informale per le principali correnti pittoriche latinoamericane del XX secolo. Questo viaggio a ritroso ci permette di entrare in contatto con il muralismo messicano, gli iperrealisti e il land art, attraversando i movimenti astratti, il costruttivismo e la neogeometria, soffermandoci a riflettere sul “reale meraviglioso”, come lo definì Alejo Carpentier, di artisti come Lam, Tamayo e Matta, per concludersi con la pop art e l’arte concettuale. Si parlerà degli esponenti di spicco dei vari movimenti artistici, calandoli nel contesto socio-politico di riferimento, che senz’alcun dubbio influenzò i notevoli esiti artistici di quegli anni.

Barbara Morana
Storico dell’arte, laureatasi all’Università Paris IV La Sorbonne, Master in Management
Culturale dell’Università di Barcellona. Ha lavorato per anni nell’elaborazione e gestione di progetti culturali a Parigi, Washington D.C. e Santiago del Cile. È stata la direttrice della sede cilena dell’Organismo Internazionale Unione Latina e docente di storia dell’arte presso l’Istituto di Estetica della Pontificia Università Cattolica e dell’UNIACC. Ha curato diverse mostre d’arte nazionali e internazionali. E’ stata per diversi anni critico d’arte per il giornale La Nación e ha pubblicato diverse recensioni in cataloghi e periodici. Oggi vive a Palermo dove si occupa di management culturale.

Martedì 12 marzo alle ore 18:00
Wilcock e la morte dal castigliano a Buenos Aires

Nella sua casa della calle larga de Barracas a Buenos Aires, Wilcock parlava inglese, italiano e francese. Il castigliano fu per lui la lingua della scuola e della strada, dei circoli letterari e di Borges. Con la guida e l’amicizia di quest’ultimo pubblicò negli anni Quaranta, quando era appena ventenne, cinque libri di poesia, racconti, collaborazioni su “Sur”. Tradusse Kafka, Eliot, Green, e ricevette i principali premi letterari argentini, dal Ciudad de Buenos Aires al Premio de Poesía de la Sociedad Argentina de Escritores. Eppure negli anni Cinquanta Wilcock lascia l’argentina, va prima a Londra e poi a Roma, diventa uno scrittore italiano. Abbandona lo spagnolo, la lingua più amata.

Dice un editore a uno scrittore, in uno dei racconti di Wilcock: “Después de todo recuerde que usted escribe en castellano, a todas luces una lengua muerta”. Risponde lo scrittore: “A ratos intento revivirla”.

Giuseppe Troncale
Ha conseguito un dottorato di ricerca in Letterature moderne
e studi filologici presso l’Università di Palermo, con una tesi, scritta tra Roma, Palermo e Buenos Aires, che getta un ponte tra l’opera argentina e quella italiana di J. R. Wilcock.   Ha partecipato come relatore al convegno di Città del Messico nel 2009 (53° Ica, Congreso Internacional de Americanistas), a Trento nel 2010 (XXVI convegno degli ispanisti italiani – Aispi), a Edimburgo nel 2010 (International Symposium "Tu se’ lo mio maestro e ‘l mio autore", University of Edinburgh). Ha pubblicato su "Poeti e poesia" (Roma), "Incontri. Rivista europea di studi italiani" (Amsterdam), "L’avventura di restare" (San Marco dei Giustiniani, Genova).

Martedì 19 marzo alle  ore 18:00
Il teatro contemporaneo in Sapgna e Italia

La conferenza tenuta da Sandro Dieli tratterà il raffronto tra la situazione teatrale spagnola e quella italiana e in particolare siciliana, attraverso l’esperienza dello stesso Dieli a Siviglia e a Barcellona. In particolare si analizzeranno il lavoro della Compagnia Atalaya e del progetto Teatro d’appartamento, cominciato a Palermo e che adesso prosegue il suo cammino nella capitale catalana. Quale percezione della realtà italiana e spagnola è possibile attraverso la lente d’ingrandimento del teatro?

Sandro Dieli 
Dal 2012 è il direttore artistico del progetto internazionale
Teatro d’Appartamento prodotto in Spagna da Glamouramastudio con la collaborazione italiana del Teatro alla Guilla di Palermo e della Compagnia Tri Motra.
Attore, mimo, regista, autore, ha studiato fra gli altri con Marcel Marceau, Anne Dennis. 

Ha lavorato con Peter Greenaway  e con Robert Wilson. Ha diretto “LSU” di A. Pizzullo e “La Casa di Bernarda Alba” di Garcia Lorca di cui è anche protagonista e ha scritto e diretto lo spettacolo "…Opere ed omissioni" (Teatro la Vicaria diretto da Emma Dante). Autore del documentario “Molo Nord – Storie di Emigrazione Siciliana in Argentina", presentato al Festival di Taormina 2006, Buenos Aires, New York, Roma.  Co-sceneggiatore e actor’s coach del film “La Terramadre” di Nello La Marca, selezionato alla Berlinale 2008. Coautore e coregista con Nello La Marca di “Framing Art – Peter Greenaway talks about (his) Art” (RAISAT ART).  Ha pubblicato la raccolta di racconti “Lungo le Arterie del Mondo”, Il racconto “Gas di scarico” e il romanzo “Lillo, Lollo e la Malafemmina” edito da Giulio Perrone Editore.

Martedì 26 marzo alle  ore 18:00
Il Jazz dalla prospettiva latina

La conferenza propone una riflessione sui rapporti tra jazz e musica latinoamericana e caraibica. Con l’ausilio di esempi audio, verrà affrontato sia il tema della nascita, dell’evoluzione e dei maggiori protagonisti del latin jazz sia quello relativo all’influenza che la cultura musicale iberica ha storicamente esercitato su numerosi linguaggi sonori del nostro tempo.

Gigi Razete Da sempre appassionato di musica, senza preclusione di generi ma con una predilezione per il jazz ed i linguaggi musicali del Novecento, negli anni Settanta ha iniziato a svolgere attività come programmista-regista di trasmissioni radiofoniche alla Rai di Palermo e subito dopo come giornalista pubblicista al quotidiano L’Ora. Attualmente scrive sulle pagine de La Repubblica, di Balarm e di altre testate periodiche. Da circa dieci anni all’attività giornalistica affianca quella di docente nei corsi di Storia del Jazz al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo ed alla Fondazione The Brass Group ma si è presto accorto che, in realtà, apprende dai suoi allievi assai più di quanto pretenderebbe di insegnar loro.

Palermo racconta la cultura Iberoamericana

Ciclo di Conferenze

26 FEBBRAIO – 5, 12, 19, 26 MARZO ALLE ORE 18:00

RELATORI

GIULIA INGARAO; BARBARA MORANA; GIUSEPPE TROCALE; SANDRO DIELI; GIGI RAZETE