Isabella Ducrot – Interno giorno – Roma

pallinoIsabella Ducrot – Interno giorno – Roma
dal 5 giugno al 19 luglio 2014

ISABELLA DUCROT – INTERNO GIORNO – “Interno giorno”, una serie di lavori dal 2010 ad oggi, o meglio una sequenza, un esercizio che trova origine nel desiderio di copiare, imitare l’oggetto come materia presente alla visione affermandone l’opportunità di una trasformazione grazie all’inganno del linguaggio che prevede una precipitazione alchemica dall’idea del singolo “il vaso”.  Traspare e si rivela lo sguardo sul presente, l’umiltà del pensiero che si traduce in armonia del gesto, si dissolve nel punto di equilibrio tra la materia e il colore, convertendosi al piacere (metafisico) del gioco azzardato verso l’universale.

La felicità è nella cattura delle forme, nella libertà che solo l’attimo può concedere, perché il passato è rimpianto e sogno e il futuro non è che un’ astrazione appena narrabile. Collezionista e studiosa di tessuti in particolare dell’Oriente, nelle sue opere si accostano e reinterpretano trame tessili antiche e moderne in un linguaggio raffinato e personale, l’artista esprime la predilezione anche per materiali fragili e caduchi come la carta, con la quale ha realizzato anche numerose installazioni.

Scrive Nora Losia nel testo che accompagna la mostra: 
“Questi vasi, teiere e pochi elementi naturali, nel ritmo dell’esercizio, della ripetizione, assumono un carattere sempre più lontano dal significato delle loro presenze: la volontà iniziale di non sfuggire alla loro essenza formale naufraga suo malgrado in una meditazione che riporta il reale all’essenziale di un unico gesto, quasi un ideogramma del presente.[…]  Testimoni silenti del giorno si convertono sulla carta in pura forma, lasciando intravedere il gioco della battaglia verso un significato, apparentemente privo di struttura nell’assenza di prospettiva, di linee dell’orizzonte spaziale, di regole.

isabella-ducrotLa struttura è nella dinamica della trasformazione, nel passaggio alla rappresentazione, la struttura è il gioco fine a sé stesso che si rinnova nella scelta delle forme, delle proporzioni e dei colori. Questi oggetti di Isabella Ducrot non sconfinano completamente dal quotidiano, appartengono ad una scenografia di interni; eletti a protagonisti, trascorrono dal presente ad un rinnovato presente, si compiacciono della loro bellezza, perché sottratti alla memoria, come eterni fanciulli: non c’è struggimento né timore in questa rappresentazione che prende le distanze dall’usura della storia, definitivamente.”

Isabella Ducrot nasce a Napoli nel 1931. Vive e lavora a Roma da molti anni. Nei molteplici viaggi in Oriente sviluppa un particolare interesse per i prodotti tessili di questi paesi a est dell’Europa: la tradizione del tessuto così differente in Cina, in India, in Turchia, in centro Asia diventa oggetto di studio e di ricerca artistica che ne prevede l’uso per realizzare le opere. Infatti scrive Isabella Ducrot : “in un tessuto, l’invisibile, ingabbiato tra le pareti visibili dei fili, partecipa attivamente alla sua specificità e all’articolazione fra pieni e vuoti si deve la sua duttilità: così due elementi essenzialmente eterogenei vengono a convivere e producono qualcosa di paragonabile a un respiro incarnato”.

Isabella Ducrot è affascinata dal respiro, dal soffio celato nelle stoffe, tanto da eleggerle a materia privilegiata per sviluppare un originale percorso artistico. Nel 1989 realizza una serie di 12 quadri formata da pannelli in cui incorpora frammenti di un tessuto andino risalente a mille anni prima. In seguito l’artista dedica due anni di lavoro su un motivo costante nella cultura ottomana, il “cintamani”, e compone una folta serie di arazzi con questo motivo decorativo.  Alla Biennale di Venezia del ’93 presenta un grande arazzo che oggi fa parte della collezione del Museo di Gibellina in Sicilia..

Un esemplare di collage di tessuto, carta e pittura (4x4m) è esposto ed acquistato dalla Galleria Comunale di Roma, mentre un grande pastello su seta fa parte della collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Dal 2012 realizza l’opera di prima pagina dell’inserto mensile Donne chiesa mondo de “L’Osservatore Romano” e, prima artista donna, il 13 marzo 2013 disegna il fregio che in prima pagina saluta l’elezione di Papa Francesco.
Del 2014 è “Bende sacre”, mostra personale presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.   Ha realizzato fondali per palcoscenico, per concerti e balletti (Filarmonica di Roma, Balletto del Sud di Lecce).

Hanno scritto sul suo lavoro Ginevra Bompiani, Patrizia Cavalli, Achille Bonito Oliva, Giovanna Bonasegale, Ruggero Guarini, Federica Di Castro, Nadia Tazi, Tommaso Trini, Laura Cherubini, Diane Kelder, Bruno Mantura, Sandra Pinto, Lucetta Scaraffia, Silvia Ronchey, Ritanna Armeni, Raffaele La Capria, Erri De Luca.

La mostra a cura di Daina Maja Titonel verrà inaugurata il 5 giugno alle ore 17, via di Monferrato 30, Roma e sarà visitabile fino al 19 luglio 2014.

Orari:
Martedì – Venerdì
ore 15.00 – 20.00 –

Sabato
ore 11.00 – 13.00 / 15.00 – 19.30.

chiuso il lunedì.

Anna Scorsone Alessandri