Philippe Azéma e Davide Cicolani – Galleria Isarte – Milano

pallinoPhilippe Azéma e Davide Cicolani – Galleria Isarte – Milano
dal 6 al 21 novembre 2015

PHILIPPE AZÉMA – DAVIDE CICOLANI – OPERE RECENTI – 6-21 NOVEMBRE 2015 – Galleria Isarte – Corso Garibaldi, 2 – Milano – ma-sa 10.30 -14 e 15-19 – INAUGURAZIONE 5 NOVEMBRE 2015 – DALLE ORE 18

Dopo avere presentato la prima mostra monografica dello scultore autodidatta Umberto Gervasi e la prima collettiva di artisti outsider organizzata in una galleria milanese, Isarte prosegue la sua ricerca sulle frontiere inesplorate dell’arte non ufficiale. Anche questa volta si tratta di due novità assolute, due straordinari artisti che espongono per la prima volta in Italia.

Philippe Azéma ha una storia espositiva soprattutto in Francia ed è già presente in alcune importanti collezioni di art brut, mentre per Davide Cicolani si tratta di una delle primissime apparizioni in pubblico. Di ciascun artista verrà presentata un’attenta selezione di dipinti di diversa tecnica e formato eseguiti negli ultimi anni di attività, per un totale di circa 25 opere.

galleria-isarteL’opera dei due artisti proposti da Isarte s’impone al primo sguardo per la grande personalità e forza espressiva. Ognuno di loro, in modo diverso, ha saputo creare un linguaggio assolutamente originale.

Anche se per definirli impieghiamo il termine outsider, vorremmo che questi autori fossero considerati in primo luogo come eccellenti artisti del nostro tempo, ingiustamente trascurati. Essi hanno operato in totale libertà. La loro produzione disinteressata e ricca di creatività ci ispira fiducia e ci autorizza a credere che l’arte di oggi non sia soltanto quella, per noi molto meno interessante, che viene concepita come un prodotto destinato a un consumatore.

GLI AUTORI

Philippe Azéma (francese, nato nel 1956) mostra interesse per l’arte fin da bambino. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Toulouse ma poco dopo se ne allontana deluso. Si rifiuta di adattarsi alla vita d’ufficio e vive come operaio agricolo. Nel tempo libero continua a disegnare e dipingere in un modo che lui stesso definisce ossessivo. Per molto tempo non ha voluto cedere i suoi lavori ed è vissuto in totale isolamento.

Azéma dipinge su grandi carte sottili, spesso incollate in modo irregolare su lenzuola di cotone. Su di esse applica vaste campiture dei suoi colori preferiti, giallo vivo e rosso-arancio, su cui traccia graffiti con inchiostro e tecniche miste (acrilico, olio), servendosi di bastoncini e pennelli. Ne escono curiose mitologie arcaiche e insieme personali, realizzate con segni grafici accompagnati da parole misteriose e da poesie, immagini dal sapore preistorico e infantile, gremite di figure sognanti e grottesche.

Davide Cicolani (italiano, nato nel 1978) nasce a Roma e trascorre un’infanzia difficile. A sei anni viene colpito da un fulmine e l’anno dopo gli viene diagnosticata una nefrite. Durante i lunghi periodi di ricovero comincia a disegnare. A diciassette anni sceglie di lavorare come operaio nel turno di notte di una fabbrica, il che gli permette di dedicarsi all’arte durante il giorno. Nel 2006 si licenzia e si trasferisce a Parigi, dove continua a dipingere passando da una casa occupata all’altra.

Cicolani predilige materiali di recupero come carte stradali, disegni di progetti e vecchi registri contabili. Su questi supporti già carichi di memoria l’artista sovrappone arabeschi di inchiostro di china, stilemi grafici potenti e figure oniriche e inquietanti, talvolta realizzate con intarsi di colore simili a quelli delle antiche vetrate.

L’ARTE BRUT E OUTSIDER
Si considerano brut o outsider le opere prodotte da autori autodidatti e marginali, estranei alle convenzioni estetiche e culturali, ai circuiti artistici ufficiali e sostanzialmente liberi e indifferenti alla destinazione pubblica delle loro opere. Gli artisti brut e outsider non si esprimono per ottenere un posto nell’Olimpo della Cultura o per pavoneggiarsi nella società, come fanno molti “artisti” contemporanei. Alcuni di loro cominciano a dipingere da anziani o quasi per caso, altri vivono di espedienti ai margini della società, altri ancora trovano nell’arte una forma di insperata salvezza lungo un cammino di sofferenza. Forse è questo il segreto della freschezza che ci trasmettono le loro opere: osservandole, avvertiamo che questi creatori lavorano semplicemente per piacere e per necessità.

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