Renato Guttuso e Giuseppe Amadio – Palazzo Granafei-Nervegna – Brindisi

pallino2016Renato Guttuso e Giuseppe Amadio – Palazzo Granafei-Nervegna – Brindisi
dal 13 marzo al 3 aprile 2016

RENATO GUTTUSO e GIUSEPPE AMADIO in mostra a Brindisi dal 13 marzo al 3 aprile 2016 presso Palazzo Granafei-Nervegna – Conferenza stampa e inaugurazione della mostra il 13 marzo alle 17.00

Giuseppe Benvenuto propone al pubblico pugliese Guttuso e Amadio in collaborazione con la Galleria De Bonis per il Maestro di Bagheria e con LA SPIRALE MILANO, ARCHIVIO GIUSEPPE AMADIO E MALONI ARTE CONTEMPORANEAper il Maestro di Todi unitamente al Patrocinio del Comune di Brindisi nello spazio espositivo del Palazzo Granafei – Nervegna.

La mostra, in programma dal 13 marzo al 3 aprile 2016 con conferenza stampa e inaugurazione il 13 alle 17.00, rivisiterà la storia di Guttuso e Amadio.

guttusoGuttuso è protagonista attraverso il suo sguardo dei cambiamenti della società italiana, della quale è stato interprete e poeta. Opere scelte, fra cui pezzi rari e preziosi, per meglio conoscere le diversefasi della sua ricerca e la ricchezza tematica della sua pittura.

In mostra, dipinti ad olio su tela, chine, tecniche miste e matite di ogni decennio e di ogni soggetto caro all’artista: intense nature morte, figure, luoghi quotidiani e moderne scene di genere. Ampio spazio sarà dedicato non solo a studi preparatori, ma anche ad opere finite, parte di un preciso percorso di studio ed approfondimento. Buona parte della mostra sarà incentrata su una dimensione privata e intimista di Guttuso. Saranno presenti chicche e perle curiose: rarissime chine raffiguranti la moglie ritratta dall’Artista durante i loro viaggi privati ed uno splendido olio (Luxor, 1959) ricordo del capodanno in Egitto.

Per finire, opere della serie originale dalla quale sono stati realizzati i suoi famosi Tarocchi ed una selezione di chine edisegni su carta, per analizzare i diversi approcci di Guttuso alla figura.

“Guttuso è il viandante che percorre la vita scorgendo nel quotidiano l’epico e il senso di un’ermeneutica del reale con una marcata percezione della storicità del contemporaneo come generatore di semantica. Un viaggio alla ricerca di questa declinazione di senso fatta di impegno e didascalica offerta simbolica all’umano che riempie lo spazio della relazione politica, la concreta realizzazione esistenziale dell’atto umano o azione”, così Giuseppe Marrone, filosofo della Società Filosofica Italiana, propone nella “narrazione” del grande maestro.

Flaminio Gualdoni in “Renato Guttuso. Il realismo e l’attualità dell’immagine, catalogo, museo archeologico, Aosta” dice di Guttuso: “Ragionare del “rapporto tra l’uomo e la sua società, l’uomo e la donna, l’uomo e gli elementi”, è la misura dell’impegno che Renato Guttuso chiede alla pittura nel testo L’arte dei giovani, apparso nel 1937. Un rapporto, cioè una condizione e una ragione dell’esistere indagati senza remore, sullo sfondo di un essere nella storia che esclude ogni vagheggiamento culturale, ogni schema preconfetto, ogni fuga intellettuale.

Quel mondo concreto è il mondo dell’esistere effettivo, primariamente, in cui l’artista interrogando se stesso non si separa dalla comunità di cui fa parte ma, com’era nelle stagioni autorevoli del passato, se ne fa interprete, e figura criticamente attiva. La politicità della posizione di Guttuso è tutta inscritta in questa scelta. Più lucidamente di altri, egli avverte che l’impasse primaria delle arti del ‘900 è l’aver mitizzato la propria disciplina, il proprio irrelato sistema di valori, come mondo a parte. Certo, l’autonomia fondamentale è fuori discussione: e a ben vedere lo sarà per il nostro anche in seguito, anche negli anni difficili del dibattito sul realismo. La pittura non può sopportare d’essere eterodiretta. Ma una raison d’être che non sia il mero vagheggiamento estetico, il riflettere e il discorrere delle proprie stesse forme e teorie, dovrà pur essere rivendicata, infine”.

amadioAmadio è “l’espressione compiuta di una ricerca estenuante sul senso dell’azione pittorica sapientemente cucita su un mondo di cui è testimonianza di vivace riflessione meta-artistica e segno di sintagmi espressivi viventi” commenta ancora Giuseppe Marrone.

Tra i linguaggi visivi della contemporaneità quello di Giuseppe Amadio è tra i più affascinanti, risultandone un grande inventore, essendo stato capace di organizzare inedite soluzioni dimensionali, compositive, cromatiche e spaziali. Una continuità inventiva e conoscitiva che attraversa il suo operare artistico con una ricerca estetica che accoglie sentimento e ragione, emozione e razionalità. Con rigore, unitamente a perfezione e imperfezione, tracciati e sagomati, limite e illimitatezza, gli spazi ritagliati da Giuseppe Amadio restituiscono una potenza energetica incredibile grazie a un progettare e prevedere, a un “costruire” ritenuto sempre “possibile”, da quel segno impresso che movimenta lo spazio tra concavi e convessi, con un’istanza di libertà geniale, che porta a far vibrare il movimento originario in una grammatica che esperisce com’è il mondo, lo spazio circoscritto o infinito, la geografia dello spazio, di uno spazio placcatico svelato da un perpetual inventory, declinando una sorta di cartografia dinamica, capace di non sottrarsi a sommovimenti, a dune di colore e impunturate che svelano l’estroflessione del telero, estroflessioni monocrome che raccontano un universo che si accende di toni, di materia pulsante, di dilatazioni , svelandoci persino oltre l’ossatura anche una sorta di respiro sincopato.

C’è un tempo totale dentro questo spazio totale in cui percepisce non solo il respiro dell’esistenza, ma anche il pensiero dilatato, tanto che colore e pittura entrano ed escono dal telero in un proliferare ritmato e crescente di luoghi, di morfologie e geografie, di spazi che crescono e danno esiti incredibili, misurando un’alternanza anche di immagini geometriche che giocano in contrapposizione contrappuntistica di linee e di sfondo, restituendo alla fine uno spazio densamente emozionale, capace di filtrare in questo rigore e in questa spiritualità congiunta, una sorta di novello alfabeto. Lungo il percorso trans-dimensionale che apre e chiude lo spazio dipinto e lo esplora dall’alto in basso e da destra a sinistra e ne misura i giusti ritmi, il loro confine immaginario, Giuseppe Amadio vive ancor di più con ritmi d’interazione e connessioni di energie del probabile, quel segmento leggero e inconsapevole di un presagio oggi arrivato a destinazione, visibile nel suo esserci in quell’inconfondibile sigillo della vita infinita.

Con lui rivive il “canone” che è linguaggio greco, ovvero regola, proporzione, rigore visivo, raffinatezza stilistica; tutto ciò entra prima e si anima poi nello spazio di Amadio ed anche la superficie si esaurisce nella sua funzione primaria, ne diventa nuovo oggetto, si piega, si configura campione fino a divenire territorio nuovo, geometria nuova, nuova prospettiva. Questi spazi colorati si confermano esercizio di libertà, di ramificata espressione complessa di un alfabeto che è testimonianza radicale di Giuseppe Amadio, artista capace, intellettuale colto, raffinato filosofo del fare, come è stato e com’è ancora oggi, di muoversi in una nuova visione delle spazio e del tempo, ma anche della società e della storia contemporanea, intessendo strutture e tensostrutture che sono divenute ritratti del mondo, ritratti del corrugamento terrestre, iterazioni tensive come ritmi cosmici che contengono un respiro dinamico e un valore infinito.

Giuseppe Amadio con il suo alfabeto, personalissimo, pur rientrando in quell’area che muovendosi da Lucio Fontana porta ad autori come Castellani e Bonalumi, offre possibili possibilità, in cui il lessico visivo movimenta punti, linee, curve, angoli, quadrati, cerchi, ovvero quella geometria simbolica e rigeneratrice, vera geometria dell’universo, mossa dalla sua creatività del sapere, da un ritmo elementare che imprime alla sua produzione il labirinto dell’esistere, la prova cartografica di unvivere infinito.

La pittura di questo spazio, di questi campi colorati(color field) e un colore monocromo (azzurro, rosso, giallo, bianco, nero, ecc.) disposto in modo omogeneo, uniforme, rotto solamente da cedimenti e avvallamenti spaziali, come soluzioni tra cielo e terra, portano ad approfondire miraggi filosofici, il mondo, la relazione con il sublime, genere emozionale, spirituale, che supera la potenzialità dei sensi. I colori di Amadio, nella loro luminosità si compenetrano con lo spazio, vivono l’aspetto del bagliore, della luce assoluta, assumono il carattere di un varco metafisico. La pittura transita nell’azione e dall’azione prende corpo. Il ritmo incalzante delle colline spaziali coinvolge l’intera superficie che trova il proprio equilibrio nel susseguirsi dei movimenti. Ogni tela racchiude quella capacità di apparire e scomparire della pittura, su cui si fonda il lavoro recente, quel farsi a un tempo corpo e assenza. Lo spazio “accade”, provocando un diverso accadere, una diversa immagine. Il luogo dei movimenti è impregnato di fisicità ed affascinato dai vuoti. Tale pittura in questi teleri si costruisce, ci sorprende, ci affascina per il suo esserci, e si offre con un linguaggio che trova la propria origine nel gesto che la esegue. Il colore sembra distendersi secondo un principio temporale. Le estroflessioni danno un fondo ritmico e la superficie crea una spazialità tutta inventata, costruita sulla possibilità dell’assenza di luogo.

Giuseppe Amadio raggiunge il massimo della semplicità accanto al massimo della grandezza, lasciando che siano i colori, i suoi toni, a sancire il passaggio luminoso, quella luce che è l’elemento fondante di una spiritualità che connette l’astrazione sua agli spazialisti storici che hanno interrogato la natura della visione, maturando un’ascesi assolutamente strutturale che vive una sorta di spasmo dinamico, un codice nobile, un universo mentale.

L’esposizione, sarà visitabile fino al 3 aprile 2016, dal martedì alla domenica inclusi giorni festivi con orario 10.00-13.00 / 16,00-20,30.

Ancora un grande progetto artistico firmato Giuseppe Benvenuto.

Per informazioni: Giuseppe Benvenuto (Direttore artistico)
Tel. 338 3139499
artebenvenuto@gmail.com