Paesaggi Rinnovabili di Luce e Materia – Settimana delle culture 2017

Installazione “Paesaggi Rinnovabili di Luce e Materia”, sabato pomeriggio

all’Orto Botanico appendice della  «Settimana delle culture 2017»

 

orto3Una linea di luce, riflessa da dischi colorati fluorescenti, capaci di concentrare quantità impercettibili di luce naturale, anche al crepuscolo, suggerisce il percorso che conduce il visitatore dall’ingresso fino al nucleo dell’installazione, realizzata nella “Compostiera dell’Orto Botanico di Palermo”, dove coni visuali traguardano “balloni” di materia vegetale di ‘scarto’ trasformati dall’uomo. È questo il segno distintivo dell’installazione “Paesaggi Rinnovabili di Luce e Materia”, realizzata dall’architetto paesaggista Maria Elena Marani con la collaborazione di P&O di Georg Perkmann e l’intervento pittorico dell’architetto Lorenzo La Mantia, che sabato 27 maggio, dalle 18,30 alle 20,30 sarà possibile visitare eccezionalmente all’Orto Botanico di Palermo. La speciale visita guidata è un’appendice della sesta edizione della «Settimana delle Culture», organizzata dall’omonima associazione presieduta da Gabriella Renier Filippone. Ingresso 3 euro.

Elementi di Luce, Materia e Colore si intersecano lungo il percorso dell’installazione, ‘itinerante’, individuati dalla circolarità di coni visuali e punti di osservazione privilegiati.

Il percorso si apre allo scenario della ‘Compostiera dell’Orto Botanico’ il luogo della lavorazione per il riciclaggio dei materiali vegetali di scarto apparentemente “inutili”. Piccoli e grandi cumuli di terriccio, di materiale organico da trasformare e di materiali organico in trasformazione.

Un grande cumulo ‘informe’ di materiali di scarto vegetale, pronto per la trasformazione, diventa il fondale di un cumulo di ‘terriccio fiorito’ a forma di “spina”, popolato da papaveri e piante erbacee ‘vagabonde’. Una parte della ‘spina’è terra nuda “desertificata” che si colora di rosso e popolata da una foresta di ‘uomini moderni’, intenti nella loro frenetica corsa quotidiana, lungo un percorso in quota, che vengono improvvisamente ‘freezati’ da una nuova ‘ecologica percezione’ del ‘ciclo della natura’.