Giovanni Panarese – Kromumory 2018 – Margaret Cafè – Terrasini (PA)

Giovanni Panarese – Kromumory 2018 – Margaret Cafè – Terrasini (PA)
dall’11 Febbraio all’1 Marzo 2018

Domenica 11 Febbraio 2018 alle ore 18.00 presso il Margaret Cafè, in Via V. Madonia 93 a Terrasini (PA), sarà inaugurata la mostra di pittura di Giovanni Panarese (Jiò Rap) intitolata “Kromumory 2018”. La mostra è promossa da Isola Viva e dall’Associazione Asadin, con testo di presentazione di Evelin Costa.

Sarà visitabile fino all’1 Marzo 2018, tutti i giorni dalle 9.00 alle 23.00.

“Kromumory 2018 è un percorso pittorico in cui l’artista entra in connessione con l’osservatore, non solo per comunicargli il proprio stato interiore ed il proprio umore, ma per suscitarne le rispettive emozioni innate, inconsce e per stimolarne l’immaginazione attraverso figure indefinite, ma che ad un livello mentale, oltre ciò che percepiscono gli organi di senso, divengono limpide e perfette. Un collegamento, quello che lega l’autore e il fruitore, che ben presto diventa un gioco reciproco di scoperte, nascondimenti, ricerche e possibilità.

Giovanni Panarese, con le sue esplosioni cromatiche, cerca di allontanarsi dal figurativo senza farlo del tutto, come se le figure nascessero autonomamente dai suoi colpi netti di spatola e lui volesse respingerle, imprigionarle e paradossalmente fermandole le rende epiche, emblematiche, liriche.

Tra colori caldi, luci, ombre, tagli, squarci di colore emergono grafie nitide che reinterpretano in chiave informale ciò che potrebbe essere espresso tramite un descrittivismo figurativo. Il turbinio di colori non prende il sopravvento e non toglie mai posto all’ armonia cromatica e ad un equilibrio che rende l’astratto chiaro, comprensibile e mai caotico.

Emergono paesaggi galattici e terrestri. Un canneto si staglia tra il cielo ed il letto di un fiume, tra due sponde selvagge scorre lento un corso d’acqua o magma, palme e vegetazioni tropicali si intrecciano e si arrampicano verso l’alto. Uscendo quasi dalle viscere del quadro, dalla profondità della pittura materica e densa, si distaccano personaggi che mai sono inquietanti, di sovente ironici, sempre positivi, suscitano pensieri gioiosi, perché Giovanni Panarese non dipinge mostri interiori, ma esorcizza le sofferenze facendo affiorare il sorriso. I suoi personaggi, sia che possano essere interpretati come insetti, crostacei, cavallucci marini, unicorni, rettili, galli o come icari volanti, equilibristi, angeli terrestri, sono sempre vivaci, gentili, simpatici, forse combattenti, come samurai giapponesi o guerrieri masai, ma quando lottano lo fanno per il proprio riscatto personale, per la difesa della propria vita e mai contro gli altri.

Una pittura in costante divenire, che si compone di tasselli privi di confini, che nasce per dar sfogo ad un umore momentaneo, procede come in uno stato di trance, diviene magmatica e dirompente, tumultuosa ed incessante e si conclude quando ogni opera ha assunto una vita autonoma, libera e benefica. “
Evelin Costa


Giovanni Panarese, nato a Palermo nel 1965, ha frequentato il Liceo Artistico. Fin da bambino ha vissuto tra le tele ed i colori che si trovavano nello studio pittorico del nonno materno, appassionandosi lui stesso alla pittura, ma allontanandosi dalla pittura classica e formale, alla ricerca di un percorso personale nell’arte informale. Dipinge con colori acrilici su tela e disegna con colori, penne, china e matite su ogni superficie che glielo permetta.

Tra le sue mostre, la personale realizzata a Palermo nel 2001 presso il centro polivalente Agricantus, inserita nel progetto ccp vision sponsorizzato dalla Provincia Regionale di Palermo e a Gela nel 2007 la mostra intitolata “Quel che resta…” con Aaron Wadia, nell’ambito di un progetto per la promozione e diffusione della Cultura Mediterranea.