Evgeny Antufiev – Museo archeologico Salinas – PALERMO

Evgeny Antufiev

When Art became part of the Landscape. Chapter I

 16 giugno | 4 novembre 2018 | Museo archeologico Salinas | PALERMO

  

 

 

 

 

 

 

 

 

A volte non possiamo separare l’arte dal paesaggio.

  Come le statue romane divennero parte del paesaggio

  e i vasi etruschi dei sotterranei;

  le colonne di marmo crescono come alberi,

  i tumuli diventano colline,

  I cubi dei templi russi spuntano come colonie di funghi,

  le statue scite di pietra custodiscono le steppe.

  La vista percepisce l’arte antica come parte del paesaggio

  come laghi, fiumi, montagne e valli.

  L’arte antica è organicamente costruita nell’universo

  e ne diviene parte.   

(Evgeny Antufiev)

 

Un dialogo ininterrotto tra archeologia e arte contemporanea. La personale di Evgeny Antufiev concepita appositamente per il museo archeologico Salinas si inaugurerà il 16 giugno a Palermo – nel cuore della settimana di apertura di Manifesta12. L’artista russo – che nel 2009, poco più che ventenne, ha vinto il Kandinsky Prize nella categoria “The young artist. Project of the Year” – espone per la prima volta in Sicilia. La scelta del Museo archeologico Salinas di ospitare When Art became part of the Landscape. Chapter I”, suona come un ulteriore passo in avanti, verso la distruzione del preconcetto che vuole uno spazio votato all’archeologia, “chiuso” ai linguaggi contemporanei. In questo caso, è importante la collaborazione con la Collezione Maramotti di Reggio Emilia, istituzione culturale privata italiana dedita al contemporaneo che per prima ha portato l’artista russo in Italia proponendo una grande mostra nel 2013 e continuando a sostenerne la ricerca. In mostra una trentina di opere: dalle sculture in legno intagliato, alle fusioni, alle terracotte, tutte formalmente connesse a iconografie simboliche, rinvenibili nei riti religiosi e pagani delle culture arcaiche. Tra di esse assume particolare rilievo l’iconografia funeraria che Antufiev esplora e ri-anima col suo peculiare sguardo, declinando un’ “invocata immortalità”, elemento fondante di tutta la sua ricerca artistica.

La mostra a cura di Giusi Diana è inserita tra gli Eventi Collaterali di Manifesta 12 e rappresenta un ideale collegamento con la precedente edizione: nel 2016 a Zurigo  Antufiev, invitato dal curatore di Manifesta 11, Christian Jankowski, ha presentato una complessa installazione EternalGarden nella Wasserkirche presso l’Helmhaus e una scelta di opere al primo piano del Löwenbräukunst.

Il Museo Archeologico Salinas, il più antico dell’Isola, è la più importante istituzione museale pubblica dedicata all’arte greca e punica in Sicilia; e si è da poco tempo, aperto al contemporaneo. “Il presunto distacco tra l’arte del passato e quella del presente è solo una percezione erronea – spiega il direttore Francesca Spatafora – Come museo archeologico stimoliamo i visitatori ad abbattere questo pregiudizio ricorrendo allo sguardo di artisti contemporanei che aiutano a ridefinire il rapporto con le opere d’arte antica attraverso una sensibilità nuova”. La convinzione del Salinas è sostenuta dallo stesso Antufiev: “Solo la nostra ostinata volontà di voler scoprire una novità, di volerci sentire diversi da ciò che ci ha preceduto – interviene l’artista – ci fa credere che esistano un’arte antica e una contemporanea. Forse esistono artisti morti e artisti viventi […] ma l’arte è esattamente ciò che va al di là dell’artista, della sua semplice esistenza. L’arte, in fondo, è solo l’opera.”

L’intervento di Evgeny Antufiev all’interno del percorso espositivo del museo archeologico, vuole sottoporlo ad un’affascinante e stimolante verifica: la mostra è una particolare rivisitazione del concetto stesso di collezione archeologica, che diviene premessa ed estensione del lavoro di un artista contemporaneo. Secondo questa visione il museo archeologico diventa a tutti gli effetti uno spazio d’arte contemporanea, perché – sono parole di Antufiev – ”Noi siamo contemporanei di tutta l’arte che ha visto la luce e si è conservata”.

Il percorso espositivo si articola attorno al Chiostro Maggiore, sotto il portico e all’interno del giardino, per poi srotolarsi lungo l’intero piano terra, e nell’Agorà, appena inaugurata; con interventi in dialogo e in contrappunto con i reperti e gli artefatti del museo tra cui il complesso delle gronde leonine del Tempio della Vittoria di Himerae e la grande maschera della Gorgone.

Negli ultimi anni Antufiev ha esplorato la cultura della Magna Grecia e quella etrusca in Toscana, Lazio e Sicilia avviando un’interessante produzione di lavori in ceramica proprio in Italia – durante una residenza al Museo Zauli – sperimentando terre e cotture differenti, creando speciali patine interamente con materiali organici. Questi artefatti saranno presenti in mostra.

Le ceramiche – così come le fusioni e gli oggetti in legno intagliato – giocano invece con trame speciali: superfici ossidate e/o invecchiate, che evocano antiche scoperte e appaiono come un “dono” rinvenuto nel paesaggio, divenendo parte della natura stessa.

L’esito formale è assolutamente unico, intrigante e labirintico: le opere di Antufiev assumono identità ibride, capaci di generare assonanze tra mondi e culture differenti, ma inevitabilmente filtrate dalla cultura visiva della sua Siberia oltre che dalla tradizione artigianale russa nel trattamento dei materiali.


La mostra è organizzata dall’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana e dal museo archeologico Salinas in collaborazione con la Collezione Maramotti di Reggio Emilia.

Evgeny Antufiev (Kyzyl, Tuva, Russia, 1986) vive e lavora a Mosca. Dopo gli studi all’Institute of Contemporary Art (ICA) di Mosca, nel 2009 vince il Kandinsky Prize nella categoria “The young artist. Project of the Year”. In questi giorni è impegnato nella Triennale del Baltico.

 


 

Nell’anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018

Supporto al progetto:

Silvana Editoriale | Museo Carlo Zauli | Sara Zanin Gallery | Coopculture

Welcome Breakfast offerto da Pasticceria Cappello, Palermo


SCHEDA

 

Evgeny Antufiev

When Art became part of the Landscape. Chapter I

a cura di Giusi Diana

 Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas

Piazza Olivella – 90133 PALERMO

 16 giugno 4 novembre 2018

opening: 16 giugno, ore 10 alla presenza di E. Antufiev

Orari: martedì | sabato 9.30 > 18,30. Domenica e festivi: 9.30 > 13.30

chiuso il lunedì

Biglietto: 3 euro

gratuito: > 18 anni e ogni prima domenica del mese

Info e prenotazioni: CoopCulture

tel. +39.091.7489995 | www.coopculture.it


Museo Salinas

tel. +39.091.6116805/7

press.museosalinas@gmail.com

poloarcheologico.pa@regione.sicilia.it

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 Evgeny Antufiev

 Mostre personali (selezione)

 2018     When Art became part of the Landscape: part two, Konenkow Museum, Russian Academy of Arts, Moscow, Russia (prossimamente)

2018     When Art became part of the Landscape. Chapter 1, Museo Salinas, Palermo, Italy (upcoming)

2017     With a copper mask in one hand and a vase full of secrets in the other, my body will rest
in a sarcophagus guarded by twelve specially trained monsters, Emalin Gallery, London, UK
2017     Organic resistance: body and knife – crossing the border, MOSTYN, Wales, UK
2017     Immortality forever: «Anna Pavlova and Leo Tolstoy room», MUHKA, Antwerp, Belgium                           2017     Immortality forever: «Leo Tolstoy rooms», Museum Strauhof, Zurich, Switzerland
2017     Eternal garden, z2o Sara Zanin Gallery, Rome, Italy
2016     Eternal garden, Wasserkirhe, Manifesta 11, Zurich, Switzerland
2016     Dead Nation: bingo version, Perfomance at Whitechapel Gallery, London, UK (September 16th, 2016)

2015     Immortality forever. Moscow Museum of Modern Art, Moscow, Russia
2015    Fusion and Absorption, z2o Sara Zanin Gallery, Rome, Italy

2015     Seven underground kings or a brief story of the shadow, Regina Gallery, Moscow, Russia

2014     Twelve, wood, dolphin, knife, bowl, mask, crystal, bones and marble – fusion. Exploring materials,

Multimedia Art Museum, Moscow, Russia

2013     Twelve, wood, dolphin, knife, bowl, mask, crystal, bones and marble – fusion. Exploring  materials

Collezione Maramotti, Reggio Emilia, Italy

2012     Exploring the Material: Absorption, Regina Gallery, Moscow, Russia

2011     Shining (with Ivan Oyuon), Gallery White, Moscow, Russia

2010     Bones,Gallery White. Moscow, Russia

2010     Wings of horror, Navicula Artis Gallery, St. Petersburg, Russia

2009     Myths of My Childhood, Globus Gallery, Storeys Loft-Project, St. Petersburg, Russia

2008     Objects of protection, Winzavod Center for Contemporary Art, Moscow, Russia

Mostre collettive (selezione)

 2018     13th Baltic Triennial, The Contemporary Art Centre, Vilnius, Lithuania (upcoming)
2017     Garage Triennale of Contemporary Art, Garage Museum, Moscow, Russia

2016     Manifesta 11 main project, Helmhaus , Zurich, Switzerland

2014     Contemporary locus 8, Monastero del Carmine, Bergamo, Italy
2012     Garden of Eden, Palais de Tokyo, Paris, France
2011     Ostalgia, New Museum, New York, USA
2009     Needle work, Proun Gallery, Moscow, Russia


Museo Archeologico A. Salinas

Il Museo Archeologico A. Salinas di Palermo, già Museo Nazionale, è la più importante istituzione pubblica  museale della Sicilia e il museo archeologico più antico dell’isola.  Conserva una delle più ricche e importanti collezioni d’arte greca e punica del Mediterraneo. Formatosi nel 1814 come Museo dell’Università, dove erano confluite alcune delle principali collezioni archeologiche e storico-artistiche siciliane, nel 1860 divenne Museo Nazionale. Fulcro dell’esposizione rimane la sala che ospita da oltre centocinquanta anni le famose metope dei Templi selinuntini, definito il più importante complesso scultoreo dell’arte greca d’Occidente. Dal 2009 al luglio 2016 il seicentesco complesso monumentale dei padri Filippini, è stato sottoposto a un integrale lavoro di restauro. Attualmente è possibile visitare il nuovo allestimento del piano terra – rinnovato nelle forme e nei contenuti – che ospita la parte più rilevante delle collezioni arricchita dalla recente apertura della terza corte “la nuova agorà del Salinas” dove trovano esposizione il monumentale frontone del Tempio C di Selinunte e lo straordinario complesso scultoreo delle gronde leonine del tempio di Himera.

Il nuovo percorso si sviluppa attorno a due chiostri e comprende anche le celle aperte verso il portico della corsia settentrionale del Chiostro Maggiore, adibite a nuovi spazi espositivi. Al loro interno e lungo il portico trovano posto, oltre a importanti opere – quali il torso dello Stagnone, i famosi sarcofagi fenici della Cannita e la colossale statua di Zeus proveniente da Solunto– anche le splendide oreficerie dalla necropoli di Tindari, diverse epigrafi e una originale meridiana di marmo; il complesso di vasi, epigrafi e sculture da Centuripe, i materiali dalla necropoli di Randazzo, alcuni straordinari vasi figurati dalla necropoli di Agrigento e sculture architettoniche  e materiali votivi dai santuari agrigentini, oltre alla collezione del console inglese Robert Fagan che comprende anche un frammento del fregio orientale del Partenone. Sul lato occidentale del Chiostro Maggiore inoltre  una saletta racconta la storia della scrittura attraverso alcuni preziosi reperti, tra cui la famosa Pietra di Palermo con la cronaca di circa 700 anni di vita egiziana e gli annali delle prime cinque dinastie (3100-2300 a.C.) e tre degli otto Decreti entellini iscritti su tavolette di bronzo.  L’intera ala orientale dell’edificio è dedicata a Selinunte, con le sue otto sale che ruotano intorno al Terzo cortile, o nuova agoràdel Salinas. Attraverso i reperti esposti è possibile ricostruire la vita della più occidentale delle città greche di Sicilia: con i suoi culti, l’architettura, la scultura, l’ideologia funeraria.

Collezione Maramotti

La Collezione Maramotti è una collezione d’arte contemporanea privata che ha aperto al pubblico nel 2007, nella sede storica della società Max Mara, a Reggio Emilia.

La collezione permanente è visitabile gratuitamente e su prenotazione, secondo il desiderio dei collezionisti.

Consta di una significativa selezione di oltre duecento opere che rappresentano solo parte del patrimonio iconografico costituitosi in quarant’anni di appassionato collezionismo. La raccolta si è sviluppata organicamente includendo soprattutto dipinti, ma anche sculture e installazioni, realizzati dal 1945 ad oggi e presenta opere di alcune delle principali tendenze artistiche italiane e internazionali affermatesi nel secondo Novecento. Oltre centoventi artisti sono rappresentati con opere significative che introducevano, all’epoca della loro realizzazione e acquisizione, elementi di sostanziale innovazione e sperimentazione nella ricerca artistica. Le opere del XXI secolo per la maggior parte non sono incluse nell’esposizione permanente: ad esse sono dedicate mostre tematiche negli spazi destinati alle esposizioni temporanee, spazi in cui, con continuità, vengono esposti anche i progetti commissionati ad artisti internazionali. Le opere prodotte divengono parte della Collezione, con l’obiettivo di fondere pratiche di acquisizione e apertura ad una loro fruizione pubblica.

La Collezione espone e acquisisce inoltre i progetti delle vincitrici del premio biennale Max Mara Art Prize for Women, in collaborazione con Whitechapel Gallery, rivolto ad artiste emergenti con base nel Regno Unito. Le vincitrici delle prime sette edizioni del premio sono state: Margaret Salmon, Hannah Rickards, Andrea Büttner, Laure Prouvost, Corin Sworn, Emma Hart, Helen Cammock.