Paolo Madonia – Aspettando Caronte – Palazzo Sant’Elia – Palermo

Paolo Madonia – Aspettando Caronte – Palazzo Sant’Elia – Palermo
Venerdì 12 novembre, alle ore 18

ASPETTANDO CARONTE – Personale di pittura di Paolo Madonia
Venerdì 12 novembre (ore 18) Palazzo Sant’Elia, Via Maqueda, Palermo

Venerdì 12 novembre, alle ore 18, negli spazi di Palazzo Sant’Elia, sarà inaugurata Aspettando Caronte, personale di pittura di Paolo Madonia.

La mostra, patrocinata dalla Provincia Regionale di Palermo, sarà incentrata sulla più recente produzione pittorica dell’artista di San Giuseppe Jato, annoverando un centinaio di opere, fra le quali più d’una di notevole formato.

Si tratta, come sempre, di dipinti realizzati ricorrendo al caratteristico “agire alchemico” del fuoco, grazie al quale i bruti pigmenti vengono efficacemente “trasmutati” in compiuti amalgami di smalti “cristallizzati”, in grado di  farsi espressione del coerente precipitare dei meri dati sensoriali ed emotivi in più puri ultrafiltrati di  intensa affettività.

La tipica predilezione per i temi paesaggistici, con la peculiare capacità di travalicare gli steccati del vero naturale e della fedeltà ottica nel senso della sublimazione della veduta fotografica in empatica visione, conferma le singolari doti “narrative” di Madonia e la sua attitudine a farsi “cantore” dell’insularità (con una attenzione “ossessiva” per il territorio avito dello Jato) mediante un linguaggio forte ed estroflesso, dalle evidenti connotazioni di vis ottica e pregnanza fabulistica.

Un impianto lessicale – quello di Paolo Madonia – che, pur nell’aderenza esteriore a certi canoni dell’Espressionismo astratto, tuttavia si contraddistingue per la sua misura ed armonia, e soprattutto per la propria stringatezza anti-retorica. Nessun eccesso descrittivo, dunque, nessuna verbosa ridondanza né alcun superfluo orpello di tipo estetico, in questi ultimi dipinti del nostro Paolo, ma un puro “distillato” di immagini  (trattate “piricamente” fino a sedimentare in fantasmagoriche visioni), impaginato nei termini d’un racconto ove la natura, il mito e la soggettività dell’autore sono ben contemperati nel segno d’una assoluta e rigorosa essenzialità.

Pittura “alchemica” dall’inconfondibile cifra stilistica, in cui l’aspetto “deterministico” (della causalità ben diretta e controllata, pur nell’inevitabile aleatorietà insita nel ricorso al fuoco) conferma la imprescindibile centralità dell’idea guida (lo scandaglio empatico del paesaggio sulla cui “topografia” proiettare il proprio mondo interiore), alla quale consegue un agire esente da compulsività o automatismi di carattere inatteso, che facciano dell’artista un semi-inconsapevole “creativo” meccanicamente agito da forze trascendenti o da tumulti pseudo-inconsci.

La mostra, che sarà visibile fino al 15 gennaio, si avvale del contributo critico di Salvo Ferlito.