MoMò Calascibetta – Letti & Diletti – Palazzo Lucchesi – Vittoria (RG)

pallinoMoMò Calascibetta – Letti & Diletti – Palazzo Lucchesi – Vittoria (RG)
dal 7 al 30 giugno 2014

Letti & Diletti di MoMò Calascibetta – Palazzo Lucchesi – dal 7 al 30 giugno – Via Bixio 58 ang. Via dei Mille – Vittoria (RG)

In occasione del “Vittoria Jazz festival“ l’Area culturale Polivalente Edonè – arte viva, da un’idea di Giovanni e Livio Bosco, presenta all’interno del “Giugno d’arte e cultura a Vittoria”, la mostra personale Letti & Diletti di Momo’ Calascibetta presso Palazzo Lucchesi. La mostra raggrupperà opere già presentate alla galleria “Antonia Jannone” di Milano col titolo di ” De l’amour“ integrate con opere recenti create appositamente per l’evento.

.…..”Rivedendo gli stessi dipinti a freddo, quando la contingenza è diventata memoria storica e al lume delle opere esposte ora da Antonia Jannone, che trattano ”…dell’amore” (ma non secondo Stendhal), si percepiscono meglio altri valori- per me dominanti che fanno di Momò in primo luogo un pittore dell’immaginazione”.

momo-calascibettaPer non dire “dell’immaginario”, razza ben definita da Giuliano Briganti. E’ un’immaginazione che parte da vicino, traendo spunti da modi, tipi, caratteri, comportamenti e tic catturati dall’immediata e quasi quotidiana esperienza. Ma che subito si dilata , dilaga e vola in una dimensione – per forme e contenuti- fantastica, a volte delirante, sempre stralunata e sorprendente. Momò dice, e bisogna credergli , che quando prende in mano la matita o il pennello per inseguire un’idea non sa bene quello che fa. Le mani vanno, sono loro che portano. Sembrerebbe una ricetta surrealista. Ma non è una ricetta, e il suo dipingere surrealista non è certo. Io lo vedo come un travaso puro e semplice- lubrificato da quel mestiere prioritario e fatto natura che impressionò Sciascia fin dagli esordi- di un’immaginazione in moto perpetuo, che si sbriglia senza mai perdere il filo nei più straordinari percorsi. Quardo la “Leda” per esempio, e resto prima ancora che deliziato, esterefatto. Da dove gli è arrivato questa portentosa visione?

Quest‘estasi golosae casalinga, concentrata sotto gli occhiali tondi da miope e conclamata dal possessivo raccogliersi delle gambone, in primo piano, intorno al piacere; con quello zoccolo proiettato nell’occhio di chi chi guarda? E quel polverio di luce che è il dio- cigno esausto, gettato come un tappeto o uno scialle a coprire le strabordanti nudità della tindaride penetrata?

Piuma per piuma: una nuvola che forse è tessuto invece di pelle di serpente, o di scaglie d’argenti chiari e bruniti….non sai se miracolo di natura o capolavoro di un mago orefice. Sei trascinato, altre volte, dall’accumulazione. E’ il caso di “ Acque gialle a Cefala Diana” , ludico tripudio di coppie e singoli nelle piscine dell’abbandonato bagno arabo-ogni figura un ritratto- avvolto e amalgamato in una luce sulfurea. Nei disegni e negli acrilici piccoli, invece, il racconto è univoco, concentrato con ilare violenza ( di cui la specie del colore è fattore portante) su una situazione a due. Una delle tele con doppia ragione si intitola “Raptus”.

Ma sono tutte in verità dei “ rapimenti” dell’anima e dei sensi; deliri, brame, esplosioni dell’eros; qualche volta anche abbandoni ( sempre rapiti) alla soavità di un istante, al nettare del sentimento. Ma anche intorno ai nuclei di rappresentazione più compatti l’immaginazione dell’artista preme ribolle morde e gioca, inserendo varianti e arricchimenti che sono personaggi in formato minore o seminascosti, da cogliere a un secondo sguardo, o magari le figure decoranti la spalliera di un letto, richiamate in vita dal momento di vita trionfante che sogguardano. L’amore, ci dice Momò è questo. Non solo questo-come sanno poche persone fortunate- ma anche questo. E se non è proprio “questo”, certamente “è così”. Fabrizio Dentice

…..gli attori di questo dissennato carnevale sono politici e criminali, dame dell’alta società, nobili decaduti e prelati, intellettuali e artisti che tessono rapporti inconsistenti dentro una babilonia disperata che si agita tra i vortici dei giochi dell’acqua; un’ umanità vacua e disfatta, verminosa e potente, un carnevale di annoiati, vitelloni e nobili a noleggio. Menti infide e incartapecorite che mal sopportano frammenti di virtù civili nel salotto cafone e putrido della piazza siciliana. I personaggi della fontana sono attori del fuoco fatuo della mondanità e si confondono in un labirinto di umanità abortita. Philippe Daverio

Letti & Diletti
di
MoMò Calascibetta
Palazzo Lucchesi
dal 7 al 30 giugno
Via Bixio 58 ang. Via dei Mille
Vittoria (RG)

Palazzo Lucchesi
dal 7 al 30 giugno
Via Bixio 58 ang. Via dei Mille
Vittoria (RG)
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