Il grande ritorno dei ragazzi della Panaria

Il

Il grande ritorno dei ″ragazzi della Panaria″

Una mostra, due volumi e un documentario per raccontare la nascita della cinematografia subacquea, avvenuta in Sicilia nel secondo dopoguerra con la pionieristica ″Panaria Film″

LA PRESENTAZIONE IL PROSSIMO 25 MARZO ALLA FONDAZIONE BANCO DI SICILIA

Una mostra con fotografie di Fosco Maraini e di Francesco Alliata di Villafranca, che racconta la nascita della cinematografia subacquea, avvenuta proprio in Sicilia nel secondo dopoguerra, la presentazione di due libri sull′argomento, Il principe delle immagini, Francesco Alliata di Villafranca, pioniere del cinema subacqueo, di Gaetano ″Ninì″  Cafiero – edizioni Magenes-Milano e Libreria del Mare-Roma -, e Storia della fotografia e della cinematografia subacquea italiana di Alberto Romeo – Edizioni La Mandragora – Imola, in italiano e inglese -, e la proiezione dello storico documentario della ″Panaria Film″ dal titolo Cacciatori sottomarini – anno 1946, durata 10 minuti – costituto dalle prime immagini professionali realizzate in mare aperto – Festival di Cannes 1947 -.
La presentazione dei volumi e della mostra, promossa dalla Fondazione Banco di Sicilia, è in programma giovedì 25 marzo, alle 17,30, a Villa Zito – in via Libertà 52 a Palermo -: Saranno presenti il presidente della Fondazione, Giovanni Puglisi e il Principe Francesco Alliata di Villafranca. Interverrà la professoressa Rita Cedrini – Università degli Studi di Palermo -. Parteciperanno Gaetano ″Ninì″ Cafiero e Alberto Romeo, autori dei due libri: il primo, giornalista professionista, ha pubblicato una ventina di titoli, tutti direttamente legati al mare, tra questi le biografie romanzate del comandante Luigi Ferraro, di Gianni Roghi, grande giornalista e innovatore nell′attività subacquea e questa del principe Alliata. Alberto Romeo oltre ad essere medico è giornalista pubblicista ed esperto di storia delle attività subacquee di cui ha pubblicato due libri e moltissimi articoli, inoltre è  stato il primo campione italiano di fotografia subacquea e vincitore di numerosi concorsi internazionali. Ambedue sono Tridenti d′Oro dell′Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee.
La manifestazione sarà incentrata sull′invenzione della cinematografia subacquea ad opera di tre ragazzi palermitani e un veneto, che nel 1946 fondarono la pionieristica ″Panaria Film″, con apparecchiature e tecnologie – avveniristiche per quegli anni – realizzate interamente dagli stessi. La società fu la casa di produzione cinematografica più importante della Sicilia ed ebbe sede a Palermo, dal 1946 al 1956, in via Bandiera.
Fra il 1930 e il 1950 l′umanità, nella sua inarrestabile curiosità verso il mondo circostante, riuscì anche a penetrare dentro il mare e scoprirne i segreti ed i misteri che fino ad allora era ancora sintetizzato nella immaginazione di Jules Verne con il suo Capitano Nemo, il suo sommergibile Nautilus e gli immancabili mostri marini.
Di tale scoperta e della sua utilizzazione e divulgazione conoscitiva, un ruolo di fondamentale importanza fu ricoperto dagli Italiani – soprattutto dalla loro Marina Militare – stimolati anche dalle esigenze belliche della seconda guerra mondiale. Alla base di tutto, due attrezzi: la maschera e le pinne. La prima consiste in un vetro che, con una fasciatura di gomma impenetrabile all′acqua, ne impedisce il contatto diretto gli occhi – effetto lente -, e consente di vedere chiaramente e con ogni dettaglio, tutto ciò che esisteva e avveniva in quella sconfinata massa liquida; le seconde il prolungamento dei piedi che consente all′uomo di potersi pilotare agevolmente nell′acqua e quindi mantenersi alla profondità desiderata.
Con questi strumenti e con gli accessori che li accompagnarono, l′uomo si trasformò in creatura marina e purtroppo, con le sue armi subacquee, anche in mostro marino.
Toccò a tre giovani siciliani reduci dalla guerra: Francesco Alliata di Villafranca, Pietro Moncada di Paternò e Quintino di Napoli, e ad un veneto, Renzo Avanzo, aprire nuove vie a queste scoperte. Fra il 1945 e il 1946, pervasi dall′entusiasmo della recente scoperta del mondo sottomarino,  essi non solo iniziarono a penetrarlo con le sole maschere e pinne, ma decisero di farlo conoscere a tutta l′umanità attraverso la macchina cinematografica, operante liberamente in quell′universo sconosciuto. Accertato che nulla di professionale era stato realizzato fino ad allora, che non esisteva alcun tipo di cinepresa adatta, essi costruirono da se stessi tutto l′armamentario necessario per immortalare sulla pellicola il ″cacciatore sottomarino″ mentre infilza il pesce con il tridente del suo fucilino a molla, o i tonni che si dibattono nella ″camera della morte″ della tonnara, o l′imprendibile pescespada, saettante nello Stretto di Messina. E, in seguito, anche tutte le apparecchiature e protezioni che consentirono le immersioni di lunga durata con l′autorespiratore: – ″Cacciatori sottomarini″ era stato girato in apnea –  per le riprese delle sequenze recitate nel film ″Vulcano″ nel relitto della nave Velino affondata nello Stretto.
Nel frattempo, il gruppetto dei ″ragazzi della Panaria″, aveva realizzato la prima Guida subacquea delle Isole Eolie e, con la partecipazione di altri conterranei, aveva fondato il primo  ″diving centre″ al mondo: il Circolo Siciliano Cacciatori Sottomarini, attivo dal 1947 a Ustica e Rinella – l′isola di Salina -.
La loro società di produzione, la ″Panaria Film″, realizzò anche il primo lungometraggio subacqueo a colori – in Technicolor – ″Sesto continente″, che rappresentò anche il trampolino di lancio del giovane talentuoso Folco Quilici. Così come avvenne per un altro fuoriclasse, stavolta nel mondo della musica leggera, Domenico Modugno, con il successivo film del gruppetto: ″Vacanze d′amore″. La Panaria realizzò anche due grandi produzioni con Anna Magnani come protagonista: ″Vulcano″, appunto, diretto da William Dieterle – che con ″La guerra dei vulcani″ creò il più grande ″scandalo″ della storia della cinematografia mondiale – e la ″Carrozza d′oro″, il primo Technicolor europeo, ritenuto il capolavoro del grande Jean Renoir a cui fu affidata la regia. Anche la produzione di questo film, realizzata in contemporanea e negli stessi teatri di posa di Cinecittà con altri due film prodotti dalla stessa Panaria, – cioè tre film girati ad incastro fra loro -, rappresentò un fatto unico nella storia del cinema mondiale.
Queste e le tante altre unicità, frutto della straordinaria inventiva e creatività dei ″ragazzi della Panaria″ sono raccontate con puntualità e gradevolezza nei volumi che saranno presentati a Villa Zito e nella mostra fotografica, che raccoglie una quindicina di immagini che raccontano visivamente le varie apparecchiature ed i sistemi di permanenza sottomarini, la vestizione ″tecnologica″ dell′operatore e alcuni momenti delle riprese subacquee, avvenute sia in mare aperto che nel relitto della nave ″Velino″ per il film Vulcano. 

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