Sabato 11 novembre a partire dalle ore 11:00 nella P.zza Montegrappa del borgo La Martella di Matera, Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea presenta il progetto di mostra: “Un territorio esposto – La Martella effect”, promosso in collaborazione con la municipalità di Matera nell’ambito del 70˚ anniversario della fondazione del borgo, caso -studio dell’urbanistica internazionale e monumento del Moderno. (www.docomomoitalia.it/register/MF_43.pdf). |
L’architettura è, forse, la tecnologia culturale più complessa che l’umanità abbia prodotto. In nessun altro ambito – dalla letteratura al teatro, all’arte – gli interessi economici, tecnici, scientifici, artistici, legali, mediatici, religiosi e politici, coincidono come in essa. Fondazione SoutHeritage, perseguendo la sua mission di vivificazione di contesti di patrimonio o di spazi inagiti, presenta un nuovo progetto prodotto per un altro contesto architettonico e di patrimonio: il borgo La Martella, esempio di architettura, urbanistica e laboratorio di comunità, voluto negli anni Cinquanta del secolo scorso da Adriano Olivetti in qualità di Presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e Vicepresidente dell’UNRRA-CASAS. Un’esperienza unica nel Sud Italia del secondo dopoguerra che ha visto un team interdisciplinare di architetti, ingegneri, sociologi e antropologi, lavorare allo studio e allo svuotamento degli storici Rioni Sassi di Matera (oggi Patrimonio UNESCO) per costruire luoghi che restituissero cittadinanza e senso di comunità alle persone.In questo quadro, il progetto “Un territorio esposto – La Martella effect” vuole riflettere sul ruolo d’innesco che l’arte può avere per un’esplorazione più̀ ampia dei contesti, consentendo ai fruitori di entrare in contatto con una realtà̀ contestuale stratificata, portatrice di valori radicati nella storia e nell’attualità̀ dei luoghi ospitanti. Il progetto, infatti, partendo dalla grande capacità interpretativa degli spazi dell’abitare che il borgo ha saputo esprimere fin dalle origini (e che ha continuato a mantenere nel corso del tempo nonostante le trasformazioni apportate dagli abitanti in ragione di esigenze quotidiane), reifica il borgo a oggetto-soggetto dell’esposizione, mettendo in mostra un’intera città immaginata e concretizzata come esperimento urbanistico e sociale volto a delineare scenari prospettici per l’evoluzione del concetto di città. Dunque, una topologia presentata come opera, rappresentativa di quell’ampio panorama di patrimoni italiani in cui i luoghi della vita quotidiana finiscono spesso per essere anche luoghi dell’arte, data l’alta sedimentazione artistico-territoriale presente nel nostro Paese.In questa chiave, il progetto, attraverso la sua proposizione che estende le dimensioni dello spazio espositivo all’intera superficie urbana del borgo, ha l’intento di trascendere i limiti del luogo di esposizione spaziando dalla scala del territorio a quella individuale, inseguendo l’immaginario sul borgo e i punti di svolta per svelare la stratificazione culturale di luogo storico e significativo.Tale aspetto che enfatizza la presenza dell’architettura e le questioni relative alla dimensione spaziale e antropologica del borgo, sarà agìto attraverso un dispositivo-opera a firma dell’artista, architetto e designer *Ugo La Pietra. Un’installazione urbana in situ pensata e ri-proposta appositamente per l’occasione come opportunità per inquadrare un territorio in modo nuovo e spostarne la percezione convenzionale a favore di un momento di eccezione, poiché se la società si è fatta carico della questione dell’habitat, le pratiche artistiche si sono fatte carico della questione del luogo, cioè del complesso di significati che uniscono luogo e corpo, cose e sguardo.L’intervento di La Pietra si pone, dunque, come un’opera che attiva e restituisce una forte dimensione poetica al contesto, in cui muri, abitazioni, piazze, giardini, aree pubbliche, tutto diventa vettore inedito di riflessione sullo status dell’individuo nello spazio urbano capace di proiettare la mente del fruitore in dimensioni narrative altre. Il progetto “Un territorio esposto – La Martella effect” offre al pubblico uno strumento per riflettere su un contesto, ma anche sul clima di grande fermento politico e di tensione ideale che caratterizzò la Matera degli anni Cinquanta e Sessanta, quando la città divenne un importante laboratorio di elaborazione teorica e di sperimentazione urbana, anche grazie al fitto dialogo tra i protagonisti del mondo dell’urbanistica e della politica, che, pur partendo da presupposti diversi, si riconobbero nell’aspirazione comune ad una città “altra”.Il progetto, inoltre, collocandosi nell’ambito del programma di mediazione della fondazione denominato “Le (d)istanze del pubblico”, è accompagnato da un programma di interventi e incontri aperti (gratuitamente) al pubblico che hanno come punto di partenza il borgo La Martella. Il palinsesto, in un ambito di produzione di un prodotto editoriale di ricerca, ospiterà istituzioni e operatori che saranno coinvolti in una riflessione collettiva sul ruolo e le possibilità dell’arte contemporanea nella continua ri-definizione dell’identità socio-urbana. Fra gli ospiti: Mauro Saito / architetto ha svolto attività di ricerca e didattica presso la Facoltà di Architettura di Roma (1977), la Facoltà di Ingegneria di Potenza (1987-90), la Facoltà di Architettura (1994-99) e la Facoltà di Ingegneria (2008-13) del Politecnico di Bari. A partire dal 1977 inizia l’attività professionale a Matera impegnandosi in una ri-lettura della trasformazione olivettiana del territorio e dei Sassi in moderna città-laboratorio. Con numerose realizzazioni di progetti a scala urbana e abitativa, espone in mostre e manifestazioni nazionali e internazionali. Attualmente è anche coordinatore regionale dell’archivio DOCOMOMO (DOcumentation and COnservation of buildings, sites and neighbourhoods of the MOdern MOvement) per la Basilicata e la Puglia.Susanna Ravelli / progettista culturale collabora in progetti di formazione con istituzioni pubbliche e private, con focus specifici sulle Imprese Culturali Creative. Ha svolto interventi in tavoli di lavoro sui beni comuni e le interazioni con i beni immateriali e la costruzione di nuove forme di patrimonio culturale. Dal 2019 è membro con Centro Itard Lombardia dell’ATS e nel board di “Casa degli Artisti”, Milano.Ferdinando Mazzitelli / artista co-fondatore e co-organizzatore di Oreste, progetto collettivo che dal 1997 al 2002 ha riunito un numero variabile di artisti, critici e intellettuali attraverso una serie di incontri in alcune località italiane (tra cui Montescaglioso e Matera) e che ha lavorato non per produrre manufatti artistici, bensì spazi per lo scambio d’idee e progetti tra i vari settori della cultura contemporanea.Giuseppe Melillo / antropologo esperto di sviluppo locale e autore di libri, ha collaborato con enti pubblici e privati su temi legati a turismo, formazione dei dispositivi di comunicazione e marketing e sostenibilità territoriale. Cristina Amenta / architetto specializzata nello studio degli spazi minimi e progettazione inclusiva dell’architettura e degli allestimenti. Si occupa di recupero funzionale del patrimonio edilizio esistente e di turismo accessibile.Emmanuele Curti / manager culturale docente presso la University and Birkbeck College di Londra e successivamente all’Università degli studi di Basilicata, si è occupato di processi di acculturazione nell’antichità fra mondo greco, romano ed indigeno, portando avanti progetti di ricerca a Pompei e in Giordania. Attualmente si occupa di progetti sul ruolo della cultura come strumento di welfare generativo e sui cambiamenti delle discipline umanistiche legate ai beni culturali. Angelo Castucci / architetto fondatore nel 2015 dello studio di progettazione e produzione per l’architettura, le arti visive e il design della comunicazione: StudioAmatoriale – Milano, che annovera collaborazioni con realtà creative come Isola Art Center / Milano e Bert Theis Archive / Luxemburg. Rossella Nicoletti / urbanista specializzata in “Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale”, con lo studio di Vezio De Lucia ha lavorato a svariati piani urbanistici in comuni toscani e laziali. Oltre ad essere stata Assessora alla città e territorio e Vice-sindaca al comune di Matera, attualmente è parte del gruppo tecnico orizzontale per le strategie urbane partecipate “Città Fertile”, un team multidisciplinare di professionisti che affianca pubbliche amministrazioni, imprese culturali e terzo settore nella promozione di uno sviluppo sostenibile della città e del territorio, attraverso progetti complessi di trasformazione urbana e territoriale. In questo quadro, il programma espositivo della fondazione si pone anche questa volta come punto di partenza per mettere a fuoco realtà e ricerche trasversali che propongono letture critiche, strategie, strumenti e supporto ad un’idea di fruizione pubblica dell’arte pensata e attuata in una prospettiva integrata di rigenerazione territoriale e sociale, per la quale le istituzioni culturali possono avere un importante ruolo promotore. |