PICCOLO  FORMATO

PICCOLO 

PICCOLO  FORMATO
Carla  BERTOLA   Mariella BOGLIACINO   Michelangelo CAMBURSANO   Mauro LISARDI   Fernando MONTA′   Sergio VASCO   Claudio VINDIGNI   Alberto VITACCHIO

mostra a cura di Fernando Montà
Inaugurazione  venerdì 4 dicembre 2009 
ore 18.00 – 22.00
fino al 22 dicembre 09
orari  lun 15.30 – 19.30 
mar-giov 10.00 – 12.30 / 15.30 – 22.00 
mer-ven 10.00 – 12.30 / 15.30 – 19.30  
ingresso libero

mostra collettiva
arte contemporanea

Piccolo formato
Otto artisti espongono lavori di piccole dimensioni che vanno dai dipinti ad acrilico e tecniche miste su tela, dipinti su tavola ad olio, acquerelli e tempere su carta, collage e scrittura su carte preparate e bassorilievi con vari materiali.

Carla Bertola. E′ poeta verbo-visuale e sonoro. Dagli anni sessanta collabora con riviste, e organizza come operatrice culturale rassegne e mostre artistiche internazionali. Nel 1978 fonda, insieme ad Alberto Vitacchio, ″Offerta speciale″, rivista di poesia di ricerca verbale e visuale.
Un concetto cardine della sua poetica è sottolineato da Luigi Dellorbo: ″Il contenuto vero non è dunque il fenomeno percepito, ma ciò che di esso vive e si ripresenta all′occhio della memoria: una realtà trasfigurata da un duplice filtro soggettivo che diviene esso stesso protagonista dell′atto creativo. Questa è solo la cornice in cui si inquadra il lavoro dell′artista torinese, perché ciò che emerge con maggior spicco è la complessità formale del suo linguaggio. Carla Bertola viene dal mondo della scrittura, da un trentennale corpo a corpo con la parola che l′ha condotta a indagare i molteplici valori del linguaggio, sino a scavare negli ambiti più reconditi delle parole intese da un lato come puri suoni, dall′altro come puri segni″.

Mariella Bogliacino. L′inizio dell′attività artistica avviene sul versante della pittura figurativa. Dagli anni ottanta lo studio e la sua ricerca si concentrano sulla natura con rielaborazioni intorno al mito della classicità e al tema dell′amore. E′ impegnata nell′investigazione del colore e della materia, con l′uso di tecniche miste in simbiosi con materiali e soggetti.
Nel 1993 la ricerca si è ampliata all′analisi del ″Libro d′artista″, dove la tela, il legno e la carta diventano i supporti ideali per creare un ″oggetto″ su cui trasferire la sostanza pittorica nella quale sono immersi sensazioni, studi e pensieri.
Il lavoro pittorico e contemporaneamente plastico, come a seguire un percorso esistenziale, è approdato prima alla ricerca sui vulcani e poi a quella sui delfini, sintesi dell′interesse scientifico e dello studio mitologico, quanto della sua matrice classica e della sua valenza simbolica.
L′ultimo lavoro riguarda il ″Ventre di Afrodite″ dove l′artista rivolge la sua attenzione al dualismo dea-donna e alla femminilità intesa nei suoi aspetti più profondi e incisivi: forza creatrice e creativa, capacità di amare e generare, di trasformarsi e trasformare. Su questo tema Irene Montà evidenzia: ″L′intera esposizione è permeata da uno spiccato simbolismo, che ha come protagonista la materia, il corpo: l′artista immagina di rivestire, come allora, la modella che posava per l′Afrodite di Milo ed assesta con cura le pieghe sinuose della tunica umida che lambisce il corpo, per poi cogliere l′essenza del tutto. Le tematiche Natura-Mito evolvono quindi dalle precedenti ricerche e traspongono sulle tele contenuti sempre nuovi ed attuali, come in una sequenza continua″.

Michelangelo Cambursano. Pittore figurativo.″Agli inizi degli anni settanta la sua ricerca si rivolge alla figura e ad angoli di spiaggia e il tema della solitudine si esprime intensamente nelle bagnanti solitarie e nelle spiagge geometriche, costituite da una compatta campitura di bianco che si allunga a mezza luna nell′azzurro altrettanto compatto del mare; oppure, nelle cabine rese nei loro chiusi volumi, o poste su spiagge deserte. Negli anni ottanta, Michelangelo Cambursano passa ad una pittura evocativa di un mondo fin de siècle, in scene ancora situate sulla spiaggia; sono spiagge talora affollate, circondate da edifici protoliberty: affollate come da fantasmi″.- Francesco De Caria -.
L′ultima ricerca riguarda la rappresentazione di caffè storici. Di questa fase  pittorica, quasi iperrealistica dell′artista, Beppi Zancan scrive: ″Cambursano dipinge i caffè storici – di svariate città ma sempre individuabili e riconoscibili -; l′atmosfera è quella rarefatta di tempi meno inquinati da onde sonore e chimiche, i personaggi, invece, sono spesso quelli di oggi. E′ come se l′artista tentasse di far rivivere oggi quel tempo trascorso: un′operazione poetica che carica di nostalgia struggente e straniante metafisica i suoi dipinti …E′ un pittore la cui tecnica è stata affinata dall′attività di restauratore e quindi le sue opere sono anche da gustare nella bellezza della materia pittorica″.

Mauro Lisardi. Incisore e pittore. Studia e sperimenta le tecniche dell′incisione all′Accademia Albertina di Torino, sotto la guida dei maestri Mario Calandri e Francesco Franco. Approfondisce successivamente le tecniche sperimentali dell′incisione a Venezia, presso la scuola internazionale di grafica e nel 1985 inizia lo studio della xilografia presso l′Accademia di Urbino.
Giuseppe Canzi in occasione di una mostra mette in risalto la figura dell′artista: ″Avevamo incontrato Lisardi per la prima volta a Venezia, alla Scuola Internazionale di Grafica di Ca′ Pesaro, intento al suo lavoro di incisore. Calmo, silenzioso, sicuro preparava accuratamente le lastre di zinco quasi pronte per essere inchiostrate e stampate. Ne uscivano chiare incisioni raffiguranti fantastici animali che sembravano emanare una loro strana luce…
Ritroviamo oggi qui a Milano al Centro Lavoro Arte opere di Lisardi, opere di pittura raccolte in una bella mostra ben presentata al Centro, in esse c′è la medesima magica luce, ma in più i colori, gli ampi spazi, le prospettive. Ci è facile immaginarlo al lavoro, osservarlo preparare con diverso mezzo le sue composizioni di architetture ″anonime″ cariche di atmosfera, che la sua sensibilità offre intensa alla sensibilità di chi guarda″.

Fernando Montà. Inizia l′attività artistica nel 1974 dedicandosi all′incisione ed alla pittura figurativa prediligendo le tematiche legate all′ecologia e alla difesa dell′ambiente. Agli inizi degli anni novanta approfondisce la ricerca sul segno. Il suo lavoro è indirizzato sul fronte dell′opera composta da moduli che si espandono nello spazio e che hanno come soggetto ″tracce″ e ″frammenti″ di natura. Dal 1997 le opere hanno come tema ricorrente la ″collina″ e la ″luna″.
Elisabetta Tolosano, in occasione della mostra personale da
l titolo ″Luna″, nel 2001, scrive: ″Tema centrale dei dipinti più recenti di Fernando Montà è la natura, non rappresentata attraverso realistici paesaggi figurativi ma in composizioni che tendono all′astrazione. La sua è una natura interiore, evocata dal profondo, legata ai ricordi d′infanzia, agli affetti famigliari, alle persone care. Il suo fare pittorico è un tentativo di ricostruire qualcosa che non c′è o che non c′è più, di ristabilire un rispetto troppo spesso violato per l′ambiente naturale, un desiderio di armonia tra l′uomo e il mondo, una ricerca quasi nostalgica di ritrovare luoghi incontaminati dal progresso urbano. L′atto del dipingere è anche, per Montà, un modo per indagare il mistero della vita, per cercare di comprendere l′ignoto, la gioia e il dolore, la sofferenza di una perdita″.

Sergio Vasco. Formatosi a Lecce, completa i propri studi presso l′Accademia Albertina di Torino. Interessato al mondo della grafica pubblicitaria e del design, è socio fondatore del Piemonte Artistico e membro della commissione artistica della Promotrice. Esordisce nel 1960, esponendo alla Quadriennale di Roma.
Angelo Mistrangelo sottolinea il suo impegno artistico : ″Il lungo, appassionato, concettuale impegno di Sergio Vasco si configura con una ricerca pittorica che, di volta in volta, si rinnova, trova nuovi approdi conoscitivi, nuove e sorprendenti soluzioni tecniche. Il suo discorso non perde mai di vista l′umanità, il senso profondo dell′esistenza, la dimensione della società contemporanea che si evolve rapidamente. Gli acrilici, gli arazzi e il plexiglas appaiono quali aspetti di un lavoro in divenire,dove il gesto, il colore, la tensione della linea conferiscono alla composizione una particolare evidenza″.

Claudio Vindigni. Scultore. Si forma all′Accademia Albertina di Torino. Ha presentato la propria ricerca estetica in mostre personali nel 1969 a Pozzallo, nel 1971 a Catania e nel 1973 a Torino. Dal 1972 è insegnante nei Licei Artistici. Nel 1995 a Ispica – RG – ha presentato significativi elaborati degli allievi da lui seguiti.
A Torino nello spazio espositivo di Martinarte ha presentato nel 2007 Nastro in cornice ovale, segno del suo vissuto come traccia modellata e nel 2008 La cornice ovale; la cornice ovale in Möbius nasce dalla ricerca di un oggetto che riassume in sé la triade forma-funzione-simbolo, oggetto in cui ognuno possa ritrovare qualcosa di sé, qualcosa di interlocutorio, qualcosa di ″oltre″.
G. Librante così descrive l′artista: ″…Vindigni è attirato dalle forme sottili e immateriali, e talvolta da cadenze quasi classicheggianti. Il suo temperamento lo porta ad una concitazione dinamica, aliena da decorativismo  ma raggrumata, si direbbe, nell′espressività di un gesto, o di un ritmo … ed ancora dimostra nelle sue opere, un′inquietudine e un fervore di ricerca″.
R. Campanella invece sottolinea: ″La forma della figura è distorta, antiplastica e certe volte scheletrica, ma in questa degenerazione volumetrica dell′uomo e della donna è contenuta la verità della composizione che Vindigni possiede in sé in forma ancestrale″.

Alberto Vitacchio. Poeta lineare e visuale, ha collaborato e partecipato alla realizzazione di riviste specialistiche del settore in Italia e all′estero. Con Carla Bertola dirige ″Offerta Speciale″, rivista fondata nel 1978 e dedicata alla ricerca poetica e visuale, e la collana di Poesia sonora ″Pate de Voix″. Inoltre produce da anni libri d′artista.
Il lavoro di Alberto Vitacchio richiede un′ampia e approfondita lettura propedeutica il cui raggio spazia tra arte e filosofia, lungo un percorso temporale che nell′esprimere marcatamente la tendenza contemporanea affida le sue direttrici a studi antichi e moderni utilizzi di tecniche sperimentali.
Un aspetto fondamentale della sua ricerca è sottolineato da Luigi Dellorbo: ″All′origine multiforme e dislocato su più fonti di Carla Bertola e Alberto Vitacchio si pone in modo netto ed inequivocabile la parola. In un tragitto che si snoda in un arco di trent′anni la parola si è fatta scrittura, poi poesia visiva, poi materia. Infine suono, gesto e azione nell′ideazione di performances …La parola di Bertola e Vitacchio non è certo l′insopportabile ronzio del quotidiano, comune o letterario abuso del linguaggio che ha perso ogni pregnante riferimento col reale, è piuttosto parola che coglie il vero, cioè frammento, accenno, costante esodo del senso″.  

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