NANNI ROMANO

NANNI

NANNI ROMANO

Vernissage 20 dicembre 2009 – ore 18,00
fino al 30 dicembre 2009

Caffè Ristorante Letterario e d′Arte
Messina

″Che cosa non è un viaggio?…Coincide con la vita…Un passaggio dalla nascita alla morte, il passaggio nel tempo, il cambiamento interiore; tutto è un viaggio: ″: scrive Todorov, ne ″ Le morali della Storia″. Il maestro campano evoca, con le sue opere, il profondo messaggio dell′autore che compie un viaggio universale senza tempo, né spazio, senza banali citazioni al Mediterraneo, se non nella solarità della sua tavolozza che, per contrasto, canta la solitudine dell′uomo, travagliato da ansie ed angosce esistenziali, ″ climatiche″, su uno sfondo apocalittico che lascia intravedere solo qualche spiraglio di luce. Un impianto scenografico, quello di Romano, che ricorda De Chirico ed evoca Dalì, per l′inventiva ed il genio fecondo, creativo.
La sua pittura denuncia i misfatti dell′uomo compiuti ai danni del suo habitat; essa mira a far sì che possa essere recuperato il rapporto dell′uomo con la realtà, affermando la relazione intima tra Uomo e Natura, come summa di valori e di civiltà. Spirito libero, Nanni, così vuol essere chiamato, ama gli ampi spazi le aperture panoramiche e le vastità delle pianure con i leopardiani Infiniti oltre le siepi, senza confini. La sua pittura ci parla dei timori dell′uomo contemporaneo destinato a vivere l′annunciato processo di desertificazione, anche in senso metaforico, nel deserto quasimodiano dell′anima. Le sue opere, espressioni dell′atteggiamento contemplativo e di raccoglimento dell′autore, vivono, tecnicamente, di luce propria; sono caratterizzate da uno stile conciso, ovvero da un′efficace capacità di sintesi. Luoghi  e memorie storiche della vita dell′artista appaiono rivissute in chiave poetico-teatrale e psico-onirica, fellinianamente trattate, per gravitare in un′atmosfera misteriosa, intrigante, arcana, in cui l′anima dell′artista, i suoi sentimenti, il suo amore traspaiono sempre…E nell′arte, il ″viaggio″, come metafora di vita, continua sempre, non è mai definitivo e, come l′Ulisse Dantesco, Nanni Romano si perde nell′illimitato…
Maria Teresa Prestigiacomo