Il MAN per il Louis Vuitton Trophy

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Il MAN per il Louis Vuitton Trophy
La Maddalena, 21 maggio 06 giugno 2010

Tre mostre presso il cosiddetto reparto elettrico e una megaproiezione one shot all′aperto.Protagonisti Giacomo Costa, Martì Guixé e i Masbedo
Il MAN di Nuoro, diretto da Cristiana Collu, è stato richiesto di ideare e presentare alcune visioni d′arte contemporanea a La Maddalena in occasione della edizione 2010 del Louis Vuitton Trophy.
La competizione velica, riservata alle barche Classe Coppa America, sarà ospitata a La Maddalena dal 22 maggio al 6 giugno.
Le edizioni precedenti del LVT hanno visto, nell′autunno 2009 a Nizza, la vittoria degli italiani di Azzurra su Emirates Team New Zealand. Dal 9 al 21 marzo 2010, Auckland ha ospitato il secondo atto, vinto dai padroni di casa neozelandesi su Mascalzone Latino, mentre La Maddalena sarà la terza sede, appunto dal 22 maggio al 6 giugno 2010, seguita poi da Dubai in novembre e da Hong Kong nel gennaio 2011.Occasione di grande visibilità internazionale, il LVT viene accompagnato, nelle località che lo ospitano, da manifestazioni di rilievo. La Maddalena ha scelto di puntare anche sull′arte contemporanea. Di qui il coinvolgimento del MAN, che propone tre mostre presso il cosiddetto reparto elettrico , accompagnate da una megaproiezione one shot all′aperto, che vedranno protagonisti Giacomo Costa, i Masbedo e Martì Guixé.
Ad aprire il percorso sarà Giacomo Costa, artista italiano presente nel Padiglione Italia all′ultima Biennale di Venezia con Resistenze: si tratta di 5 immagini di grandi dimensioni – 3×2 metri – basate su emergenze archeologiche della Sardegna – Tamuli, Santa Sabina, Antas, Sa Coveccada, Tholmes – rielaborate in postproduzione al computer.
I comportamenti dell′uomo e i modelli di sviluppo che la società persegue portano il mondo in una direzione nella quale paradossalmente non ci sarà più posto per gli esseri viventi. Nell′era del linguaggio globale, dei marchi, dell′uniformità del pensiero e del gusto, l′individuo rischia l′isolamento e l′emarginazione. È in questo scenario che i simboli forti del passato, le radici della cultura dei popoli e delle genti sopravvivono indenni al tempo e alle epoche.
Questo è il significato contemporaneo della resistenza. Nella sala successiva i visitatori saranno accolti da due video installazioni: Teorema di incompletezza e Glima dei Masbedo – Nicolò Massazza e Jacopo Bedogni -, anche loro invitati all′ultima biennale di Venezia. Per loro la videoarte è la massima espressione del nostro tempo, perché permette di usare e sperimentare tantissimi linguaggi, a partire da quello più contemporaneo del video e del cinema, incrociandolo però con la scrittura, la sceneggiatura. La videoarte è un contenitore dove si meticciano tante diverse discipline .
La loro ricerca, dopo aver metabolizzato precedenti importanti per la percezione sensibile, dalle atmosfere inquietanti dei film di David Lynch e Stanley Kubrick ai capolavori video di Bill Viola e Gary Hill, non teme più il confronto con la veridicità delle immagini, con la perfezione o l′indotta imperfezione del visibile poiché la frontiera della comparazione è ormai travalicata in favore della visionarietà.
Avvalendosi della collaborazione di illustri scrittori – Michel Houellebecq, Aldo Nove -, poeti – Giancarlo Majorino -, attori – Ernesto Mahieux, Juliette Binoche – e musicisti – Marlene Kuntz, Gianni Maroccolo, Eugenio Finardi, Vittorio Cosma -, i Masbedo utilizzano lo strumento video attingendo dalla costruzione cinematografica la maestria dei ritmi sincopati, della diluizione dei tempi lunghi, dei rimandi e della parcellizzazione dei nessi spaziali.
Il 21 maggio grande apertura con l′evento one shot dei Masbedo, Schegge d′incanto in fondo al dubbio – 2009 -, video-installazione realizzata per il Padiglione Italia alla 53ª Biennale di Venezia, con due megaschermi in sincrono e in notturna di grandissimo effetto visivo e sonoro nello spazio esterno.Infine la sala centrale, dove il percorso è concepito come un temporary shop realizzato dal designer Martí Guixé, il cui allestimento, e la declinazione dello spazio in rapporto agli oggetti, crea un gioco di rimandi e oscillazioni dalla tradizione al contemporaneo, attraverso una serie di manufatti dell′artigianato sardo, dai tappeti ai tessuti e alle ceramiche.
Martí Guixé – Barcellona 1964 – si autodefinisce provocatoriamente ex-designer per sottolineare l′avversione all′approccio formalistico e stilizzato della nostra disciplina. Invece di reinventare ogni volta per le tipologie esistenti delle nuove forme legate a interpretazioni tradizionali della funzione, lui pratica la ricerca di nuove modalità di vedere e di pensare gli oggetti, modalità che prevedono una partecipazione attiva da parte del pubblico.
È uno degli esponenti più interessanti del pensiero critico contemporaneo sul design, ma la sua attività non ha nulla di moralistico, assume anzi connotati di tipo ludico caratterizzati da un suo personalissimo e gentile approccio paradossale.
Artista, autore di installazioni e di performance, progettista di negozi, creatore di libri illustrati, è stato negli anni ′90 il primo a lavorare sul tema del food design, ed è anche un vero product designer: Gli oggetti sono diventati uno strumento per percepire la realtà di tutti i giorni. Si può comunicare con gli oggetti e anche comunicare con le persone tramite gli oggetti .