Delli giuochi, delle umane societati et di regole.com – City Art – Milano

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dal 9 al 24 gennaio 2015

Delli giuochi, delle umane societati et di regole.com – Festival invernale – mostra d’arte e performances, teatro, letture, conferenze e dibattiti – Dal 9 al 24 gennaio 2015 a Milano, presso City Art – A cura di Fabrizio Gilardi Action Art

Nasce da un progetto di ActionArt con la collaborazione degli amici di City Art la scommessa di un festival culturale nel periodo più freddo dell’anno. Al centro tematico della manifestazione è posto il rapporto dell’uomo con le regole, come individuo e come elemento sociale, con approfondimenti sulla funzione del gioco, in primis quello degli scacchi. Il festival si articolerà in una mostra di arti visive presso lo spazio City Art, dal 9 al 24 gennaio 2015, nel corso della quale si svolgerà un ciclo di tre incontri nelle date del 9, 17 e 24 gennaio. In occasione dei tre appuntamenti vi saranno espressioni di arti performative e approfondimenti con esperti di vari settori che interverranno sulle tematiche proposte. La grande sintonia di ActionArt e CityArt sull’impegno nel diffondere le arti e la cultura, in forme e temi dai forti contenuti vicini alla contemporaneità, dà luogo a una collaborazione che vuol essere essa stessa una creazione d’arte.

Linee tematiche
Tra una vita di solitudine e il sopportare le convenzioni sociali, essendo presente nell’essere umano la pulsione alla socialità, si preferisce in genere la seconda soluzione. Le convenzioni sociali provocano però contraddizione con le “direttive biologiche” insite nell’uomo. A causa di tutto ciò, nella maggior parte dei casi della vita, le regole scritte o dichiarate non corrispondono a quelle applicate. Ecco una contraddizione: se è sufficiente una regola rispettata ma non dichiarata, perché non renderla esplicita? Possiamo ipotizzare che una regola efficace ma non esplicitata potrebbe essere pericolosa per la società, se dichiarata. Inoltre l’evoluzione culturale, con la conseguente liberazione dei costumi, ha portato e porta alla ricerca di varietà nelle esperienze di vita.

delli-giuochiCon questa necessità è cresciuto quindi il gusto per comportamenti studiati, controllati, strategicamente finalizzati al successo e, non ultimo, più creativi; ne consegue una contestuale progressiva costruzione di codici e regole non ufficiali, fermo restando che, verosimilmente, esse sono coesistite con le norme dichiarate, fin dal costituirsi della vita sociale. Tra i dati di fatto che portano spesso l’uomo alla “regola del non detto” quando vive in società, vogliamo rilevare il maggior senso di sicurezza percepito rendendo pubblico solo il minimo indispensabile di sé stessi.

Il rapporto tra dichiarato e non dichiarato appare quindi più complesso rispetto al solo contrasto tra regola necessaria alla vita sociale e “voracità” delle primordiali direttive biologiche, recondite nella mente umana, che darebbe come esito il costituirsi delle regole tacite e tacitamente applicate, anche se questa è, non di meno, una parte molto importante della questione. I meccanismi fin qui presi in considerazione sembrano raccontarci, e a loro volta in parte rafforzare, la sfiducia e la paura dell’essere umano nei confronti dell’esterno, della natura che rende espliciti i nostri limiti, di cui il più grande è la morte, e dell’Altro che può minacciare il nostro spazio vitale direttamente.

In ogni caso la vicinanza dell’altro da un lato rende meno duri i nostri timori verso la natura, dal’altro fa si che diventino indispensabili le regole, cosa che a sua volta porta, come visto, a forti limiti e problematiche. Fra gli antidoti che l’umanità ha trovato a tutto ciò, un ruolo di grande importanza è ricoperto dal gioco.

Tra i giochi, quello degli scacchi occupa una posizione peculiare, quantomeno per la materializzazione estetica del rigore delle regole nella geometria della scacchiera e, ancor più, per essere la competizione in modalità aperta e visibile molto più che in tanti altri giochi, basti pensare a ciò che accade nella maggior parte dei giochi di carte ove queste vengono tenute in modo che il loro valore sia visibile solo a chi le ha in mano. Negli scacchi infine sono ridotti pressoché a zero fattori diversi dalla pura abilità del giocatore, come per esempio la sorte, che invece hanno grande rilevanza in quasi tutti gli altri giochi.

Nell’ottica del nostro ragionamento, tutte queste particolarità rendono il gioco degli scacchi adatto per creare una situazione liberatoria: durante la partita, l’uomo puo’ avere fiducia dell’”esterno” poiché le regole sono tali da non poter venire eluse dall’avversario.e siamo persino indotti a concederci l’illusione del controllo sulla “natura non umana”, che di solito tanto ci turba, proprio perché sul campo di battaglia della scacchiera i fattori esterni hanno un’influenza limitata, anche se, andando bene a vedere, l’escamotage è stato semplicemente quello di estrometterli. Si tratta quindi, in effetti, di una piccola porzione di realtà che è stata artificialmente isolata da tutto il resto e dove valgono rapporti che solo in essa possono esistere ed estrinsecarsi.

Va però ben tenuto presente che il contraltare alla forza catartica è dato dalla spietatezza psicologica della contesa scacchistica, dove, per le stesse ragioni di cui si è detto, poche o nulle sono le vie di fuga da una sconfitta o le mediazioni psicologiche per addolcirla. Un diverso meccanismo protettivo e liberatorio è quello che entra in gioco, per esempio, nei tarocchi, quando vengono considerati come mappe mentali e spirituali, quindi come rappresentazioni della realtà. In questo caso siamo davanti a un meccanismo simile a quello della catarsi nei miti dell’antichità. La descrizione maggiormente dettagliata del mondo, in qualche modo ce lo spiega e, rendendocelo noto, ce lo fa risultare meno minaccioso. L’esaltazione di questo meccanismo si ha nelle religioni e nelle ideologie, dove la descrizione arriva spesso a farci sembrare il mondo magnanimo o, più spesso, buono almeno con noi.

Delli giuochi, delle umane societati et di regole.com
Festival invernale
mostra d’arte e performances, teatro, letture, conferenze e dibattiti
Dal 9 al 24 gennaio 2015 a Milano, presso City Art
A cura di Fabrizio Gilardi Action Art