Filippo Soddu – Per alte scale – Bludiprussia, Albissola Marina

pallinoFilippo Soddu – Per alte scale – Bludiprussia, Albissola Marina
dal 9 maggio al 7 giugno 2015,

Una mostra di Filippo Soddu, dove i suoi lavori mescolano pittura e collage, opere che sono il risultato di un percorso concettuale in cui l’azione dell’artista si registra sulla tela nella sua fase conclusiva. Le aggregazioni di materia che si condensano sulla superficie pittorica sono infatti la testimonianza di un’azione di distruzione e ricostruzione simbolica di un universo, che chiede di essere ordinato e nuovamente accolto.

Questi frammenti così ricomposti segneranno il percorso espositivo di Filippo Soddu presso le due sedi della Galleria Bludiprussia di Albissola Marina, diretta da Paola Grappiolo: “Mi sento molto vicina al lavoro di Filippo Soddu, ricalca il concetto dell’insieme, di un unicum composto da molti elementi che lo caratterizzano e il cui risultato esalta con poesia un colore di fondo e la semplicità del materiali”.

Filippo Soddu nasce nel 1973 a Milano, città in cui vive e opera. L’ambiente familiare lo porta a confrontarsi con l’arte contemporanea e a sviluppare la passione per la pratica pittorica. Ha al suo attivo diverse esposizioni personali e collettive tra queste, nel 2010, “Tavola Rotonda” presso il Museo di Albissola Marina.

In mostra troveremo una quindicina di opere e sarà disponibile una piccola pubblicazione che porta il numero 27 per la collana Arcobaleno del Bludiprussia Il testo di presentazione della mostra di Filippo Soddu è dell ‘artista Sergio Dangelo.

filippo-sodduPer alte scale
“Signora, sono almeno cento anni che gli artisti non si interessano più alla bellezza”. Questa lapidaria risposta ad una dama curiosa (del bello) contiene un’idea (giudizio) di fondo da me poco condivisa. Avendo compiuto due volte quaranta anni mi sento di poter asserire che mai come dai tempi del quadro bianco di Malevic ad oggi, la bellezza è stata tanto indagata, cercata (con minimo sforzo), assunta infine come valore assoluto e costante nel campo che, poco umilmente, definisco “il terreno della ricerca artistica”.

Bellezza è perfezione degli aspetti sensibili che suscita ammirazione o diletto e appare chiaro per chiunque non si preoccupi troppo di morale o di estetica, che diletto ammirativo o perfezione esistono nella monocromia, nell’accumulo di Vostel, nel filo a piombo dei minimalisti, nel quadro vuoto senza tela e tinta.

Sola eccezione, non per il bello ma per l’inutile privo di interesse e deprecabile, l’opera (?) di circostanza dipinta, scolpita, scritta o declamata.

Se “illo tempore” per raggiungere lo scopo sorprendente (caratteristica del bello a cinque stelle) Fasolato doveva costruire una piramide con sessanta figure scolpite (in marmo di Carrara) rappresentanti la lotta tra il bene e il male, Duchamp, coi veri marmi e finto zucchero ci sorprendeva con minore fatica. (Non solo il termine bello ma gli abusati iconoclastia, classicismo, antiarte et similia dobbiamo riporre definitivamente nella segreta di quello scrittoio che tanto dannerà gli storici ricercatori).

Pensavo, anche, a questi universi immaginari quando, con coraggio avventuroso, demolita idealmente la porta generazionale, scendevo la scala (accogliente) del nido sotterraneo di Filippo Soddu. Qui, al riparo dai rumori della strada, compensati dal tuonante vicinato, il giovane dedito a una delle “belle arti” (incurante del vaticinio picassiano in tale modo ancora si esprime il dizionario) con un metodo ammirevole del fare, accumula cartoni, tele, legni di ogni misura, forma e provenienza che sono le pagine del suo diario quotidiano, pronte a svelarsi, pochissimo segrete. Nel 2010 Martina Coletti lo rivelò al mondo con un testo di valenza descrittiva e da allora questo figlio (d’arte) riempie spazi, strappa fogli, incolla, accumula le carte per i pacchi, strappa anche quelle con una furia cheta per sentirsi vivo e con più voci. Una sua caratteristica (per questo, anche, l’ho subito subìto) è la sua cifra condensabile in un pensiero: “come un lampo faccio e cerco, il cosmo verrà poi”.

Titoli quali “long term agreement” (lui lo può dire perché parla inglese), “fragmenta tegolarum” (gli studi classici giovano, talvolta), “la notte prima del safari” (un’ultima sua caccia svolse in Cina) identificano le sue prime immagini. Dopo le scorribande in tempo e spazio, che rallentano in “Pantacromia” (fotogramma di un viaggio in Acrilodia?), lo sbarco di Rimbaud alla rovescia si evidenzia nei collages “monocromi”. Sono tali le “finestre” che io prediligo.

Con titoli “pertinenti” (Bonomi dixit). Con attenzione sapiente e con la tecnica raffinata di un veterano, Soddu affronta il collage, con lo stesso deciso piglio del cacciatore (la fierezza) all’improvviso di fronte a un erpice di nebbia. Ogni volta, su un fondo dal colore liquido di “fiaba”, le “aggregazioni” e gli “epos” si dispongono come messi “a caso” da un angelo felice per il quale “forma è bellezza”; e Picasso si allontana.

I dipinti di Filippo Soddu, nei giorni ultimi di un mondo soffocato da una cromia alta e esasperante, invitano al silenzio di Sengai, al fruscio delle sete, dell’argento, del rame e della fiamma. Solo due titoli adesso in cui si alternano, ma come e quanto varie, le piramidi, orizzontali, estese, impalpabili e al contempo in spazi altri ultrapolari, manuali per la gioia che non ha limiti. Occorre proprio ricordare qui che il capolavoro di Monk, orsa maggiore, si intitola “Ugly Beauty”?
Sergio Dangelo

Per alte scale
Filippo Soddu
Da sabato 9 maggio a domenica 7 giugno 2015, Bludiprussia, Albissola Marina
INAUGURAZIONE: sabato 9 maggio ore 17.30, segue rinfresco
Orari: feriali da mercoledì a sabato 16 -19. Domenica su appuntamento.
Piazza Niccolò Poggi, Vico Chiuso 1. Ingresso libero.
Info: bludiprussia.albi@fastwebnet.it
Cell.338 3172458