L’arancina è la regina ma la rascatura un po’ capiri – Palermo

pallinoL’arancina è la regina ma la rascatura un po’ capiri – Palermo
11 dicembre 2015

A Santa Lucia, “L’arancina è la regina ma la rascatura un po’ capiri” – Venerdì 11 dicembre, alle ore 19, viaggio nei sapori dello street food con Gaetano Basile e lo chef Roberto Lombardo

Tradizionalmente, a Santa Lucia, la regina della tavola è l’arancina, nei gusti classici o nelle tante versioni moderne, ma accanto a questa star dello street food c’è una parente povera che merita di essere riscoperta. È la rascatura che sarà al centro di un incontro degustazione, riservato alla stampa, ai food blogger e agli appassionati del genere, dal titolo “L’arancina è la regina ma la rascatura un pò capiri” che si terrà venerdì 11 dicembre, dalle ore 19,00 da “Un po’ capiri”, laboratorio culinario dello chef Roberto Lombardo di via Mariano Stabile, 232, a Palermo. Presenti il giornalista e studioso Gaetano Basile, autore del libro “Piaceri e misteri dello street food palermitano” (2015) edito da Dario Flaccovio e Giuseppe Mallia, responsabile siciliano di Riso Gallo di cui il laboratorio di Lombardo è partner e testimonial. Ingresso gratuito.

Lo street food siciliano nel mondo

arancina«A tanti siciliani – spiega lo chef Roberto Lombardo – capita di dire trasferiamoci negli Stati Uniti, o in un altro paese straniero, ed apriamo un chiosco di panelle. Io l’ho fatto, sono stato in America a proporre la cucina siciliana e prima di tornarci ad aprire dei punti vendita di street food, ho scelto di far riscoprire ai miei concittadini i sapori perduti nel tempo». Tra le ricette di Lombardo, infatti, recuperate dalla tradizione e rivisitate, oltre alle arancine fatte rigorosamente con riso carnaroli, di tanti gusti, tra cui gulasch, stigghiola, pollo e curry, pollo fritto e panatura di grissini, piacentino ennese e broccoli in tegame, radicchio e gorgonzola, quinoa nera, patate e tofu affumicato, nonché le dolci come la sette veli al pistacchio, ci sono panelle sia classiche di ceci, sia di fave e di piselli, le crocchè anche di patata rossa e nera, aromatizzate con speck croccante, o ai carciofi, funghi porcini e, infine, le rascature classiche e aromatizzate con tuma e alici. «Bisogna chiarire – spiega Gaetano Basile – che cosa deve intendersi per cibo di strada, secondo la definizione stessa della Fao, che ho tradotto».

Viaggio alla riscoperta della rascatura

Rascatura è un alimento di risulta è, dal dialetto, il risultato del raschiamento con la spatola del fondo e delle pareti delle pentole dove si è preparata la polentina delle panelle. La forma non fu mai standardizzata. Sono una derivazione della falafel araba. La loro consumazione non è più vecchia di 150 anni. Più recente ancora la sua diffusione, infatti, lo scrittore e antropologo Giuseppe Pitrè, che visse tra la metà dell’Ottocento ed i primi del Novecento, scrisse che le “piscipanelli”, surrogato di una troppo cara frittura di pesce, e quindi le rascature si vendevano dai primi di dicembre fino a Natale con il massimo dello smercio a Santa Lucia. Finirono col diventare comuni tutto l’anno a colazione o a cena, e spesso erano l’unico pasto quotidiano della povera gente.

INCONTRO DEGUSTAZIONE
“L’arancina è la regina ma la rascatura un po’ capiri”
Aperto a stampa, food blogger e appassionati
con Gaetano Basile, giornalista enogastronomico
con Roberto Lombardo, chef
Venerdì 11 dicembre 2015 ore 19,00
Un pò capiri – via Mariano Stabile, 232 Palermo – 091/9778087