Giacomo Bufarini RUN – Fuori Luogo – Galleria Puccini – Ancona

pallino2016Giacomo Bufarini RUN – Fuori Luogo – Galleria Puccini – Ancona
dal 14 al 29 ottobre 2017

ASSOCIAZIONE CULTURALE GALLERIA PUCCINI – mostra-evento di GIACOMO BUFARINI RUN – “Fuori Luogo” – 14-29 ottobre 2017 – Inaugurazione sabato 14 ottobre alle ore 18,00. Orario dal martedì al sabato 17,30-19,30

E’ un grande piacere per la Galleria Puccini ospitare l’artista Giacomo Bufarini RUN. Tra gli scopi della Galleria Puccini, c’è quello di promuovere la cultura e le arti figurative e visuali in tutte le loro manifestazioni. Non poteva mancare tra le nostre mostre uno spazio riservato alla street art, rappresentata da uno dei suoi più validi esponenti a livello internazionale.

runGiacomo Bufarini RUN, nato ad Ancona, vive a Londra, è tra gli artisti di street art più apprezzati. Le sue opere adornano le strade di tantissime città in tutto il mondo, dalla Cina al Senegal…. Il suo stile riconoscibile mostra un livello di dettagli e complessità viste raramente nella street art di oggi.

La mostra intitolata “Fuori Luogo” si compone di dieci opere originali esposte negli spazi della galleria Puccini. La particolarità è che queste opere in realtà escono dalla galleria e vanno a posizionarsi in tutti i muri della città di Ancona.

Quindi per la prima volta la street art lascia l’esterno ed entra nello spazio chiuso di una galleria e contemporaneamente le opere escono dalla galleria, luogo deputato all’arte, e si estendono in tutta la città. Street art dentro e fuori, proprio…”Fuori Luogo”.

Anna Maria Alessandrini

Siamo abituati a vedere Run all’opera di fronte ad un muro bianco, o almeno ci piace immaginarlo così, magari in bilico sui pioli di una scala mentre si muove al ritmo di una danza tribale dalla quale scaturisce l’idea dei suoi disegni colorati.

Siamo abituati ad essere sorpresi dai suoi murales mentre passeggiamo per le strade, quando meno ce lo aspettiamo, e magari nella città dove non avremmo mai pensato di incontrarlo.

Oggi l’artista ci stupisce ancora una volta, non realizzando un gigantesco dipinto murale dopo quell’angolo stretto, ma ridimensionandosi nel delimitato e definito spazio della galleria d’arte.

Run entra così all’interno di un luogo scelto come canonico contenitore, adeguandosi agli spazi ristretti, alla luce artificiale, all’articolarsi di una metratura spaziale predefinita che viene completamente invasa dai suoi ultimi lavori dove la linea di matrice tribale e primitiva lascia spazio ad una più razionale astrazione geometrica, e dove il colore gioca sempre un ruolo principale nelle sue campiture piene e vivaci.

Il passaggio dall’esterno all’interno non sembra traumatico, né scalfisce l’efficacia del messaggio che l’artista ci vuole trasmettere, ma quest’ultimo non è completo se rimane racchiuso all’interno di un luogo indicativamente considerato “d’appartenenza”. Esso sente il bisogno di dilagare, di diffondersi capillarmente per le strade, per le vie, e di fondersi con l’architettura della città.

Le opere sono riprodotte fotograficamente inducendoci a riflettere sul concetto di riproducibilità infinita dell’opera d’arte, che viene così moltiplicata infinite volte e affissa come un manifesto pubblicitario, considerato dall’artista come una delle forme di comunicazione di massa tra le più efficaci.

La fotografia di un’opera d’arte racchiude in sé l’attimo in cui quest’opera è stata concepita e realizzata. È la testimonianza infinita di un gesto effimero, il quale ha così la possibilità di viaggiare nel tempo e nello spazio, invadendolo prepotentemente. Le riproduzioni “casuali” di Run si trovano a metà strada tra fotografia, graffitismo, e la forza comunicativa del manifesto, ponendosi come obiettivo quello di creare un momento di silenzio riflessivo in mezzo al caos metropolitano.

“Fuori luogo” perché il messaggio di Run fuoriesce dagli schemi classici per contagiare anche l’esterno in una vera e propria invasione arrogante, ma allo stesso tempo generosa, perchè non solo dello spazio fisico della città, ma anche dello spazio personale di chi vive tutti i giorni i luoghi e gli edifici dove Run si intrufola in maniera prepotente, indisponente, e volutamente provocatoria al fine di donare arte anche alla coscienze più assopite nel torpore del caos dell’informazione e delle dinamiche contemporanee.

Giulia Naspi

Giacomo Bufarini è un street artist di caratura internazionale, le cui opere sono proposte, ora, da una galleria della città che esercita in forma di associazione e che ha il pregio di prestare sempre grande attenzione al patrimonio artistico del nostro territorio, sia esso storico (ma raramente, purtroppo, storicizzato), sia esso contemporaneo. È, quindi, un bell’incontro quello tra la Galleria Puccini e Bufarini, in arte RUN, che porta l’azione della Galleria al di fuori della stessa, nelle strade della città, e pone l’accento sull’indiscusso valore di questo giovane artista, dotato di una sensibilità e una grazia assolutamente fuori della norma.

RUN è uno dei protagonisti assoluti della scena street art mondiali e, negli ultimi anni, ha consolidato il rapporto con la sua città natale con alcuni interventi sui muri di Ancona: le scuole Fajani, il parcheggio Cialdini, opere pubbliche volute dal Comune. Quella che però è straordinaria è la capacitò empatica dei suoi lavori e della sua persona, mentre li prepara e realizza, e forse uno dei momenti più ricchi e sereni del mandato amministrativo che ho l’onore di portare avanti è stato quello in cui, da posizione defilata, ho avuto modo di vederlo alle prese con i piccoli e curiosi studenti di una scuola media, come un contemporaneo pifferaio magico armato di colori e fantasia.

Paolo Marasca