Förg in Venice – Günther Förg – Evento Collaterale della Biennale Arte 2019 – Palazzo Contarini Polignac – Venezia

Il Dallas Museum of Art presenta la mostra Förg in Venice
Evento Collaterale della Biennale Arte 2019

Förg in Venice offre un’approfondita ricognizione delle opere dell’artista all’interno dell’impareggiabile contesto veneziano di Palazzo Contarini Polignac, Venezia

Il Dallas Museum of Art (DMA) è lieto di presentare la mostra di Günther Förg (1952-2013), che sarà ospitata nello storico Palazzo Contarini Polignac a Venezia durante la Biennale Arte 2019. Evento Collaterale ufficiale della 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Förg in Venice farà seguito a Günther Förg: a Fragile Beauty, la prima mostra americana in oltre trent’anni dedicata all’artista, organizzata nel 2018 dal Dallas Museum of Art in collaborazione con lo Stedelijk Museum di Amsterdam.
Realizzata in stretta cooperazione con l’Estate di Günther Förg, Förg in Venice metterà in mostra oltre 30 opere del percorso multidisciplinare di Förg – dai dipinti alle meno note sculture – per riflettere sui metodi intuitivi e di ampio respiro di questo artista intellettuale e poliedrico. La mostra è curata dalla Dottoressa Elisa Schaar, storica dell’arte, e segue la ricerca resa disponibile dalla precedente mostra di Dallas, curata dalla Dottoressa Anna Katherine Brodbeck, Curatrice Capo del Dipartimento di Arte Contemporanea del DMA.
La mostra sarà visitabile dall’11 maggio al 23 agosto 2019.

“Dopo l’importante mostra del Dallas Museum of Art dedicata all’artista nel 2018, siamo lieti di presentare il lavoro di Günther Förg al pubblico internazionale di Biennale Arte 2019, coinvolgendo nuove generazioni mondiali nello stesso modo in cui l’operato dell’artista ha influenzato la storia dell’arte per generazioni” ha dichiarato il Dottor Agustín Arteaga, Direttore del DMA.

Nato nel 1952 a Füssen, Algovia, Germania, Förg è uno dei più significativi artisti tedeschi della generazione del dopoguerra, noto per il suo stile sperimentale e provocatorio legato alla storia dell’arte. Attraverso la sua innovativa produzione interdisciplinare che ha sfidato i limiti delle discipline artistiche, Förg ha esplorato un linguaggio di astrazione ed espressionismo, appropriandosi di metafore prese in prestito da architettura e arte moderna.

L’Italia e l’architettura italiana hanno giocato un ruolo centrale nello sviluppo della carriera di Förg. Il suo primo viaggio in Italia, nel 1982, stimolò la sua nota serie di fotografie sugli edifici di importanza culturale e politica, dai monumenti italiani alle costruzioni in stile Bauhaus a Tel Aviv. Attraverso la fotografia, Förg riuscì a esplorare la relazione tra arte, architettura e interventi spaziali, un tema ricorrente in tutta la sua produzione che la mostra di Venezia metterà in risalto. Alcuni lavori di Förg furono esposti già alla 45. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nel 1993 all’interno della mostra Il Viaggio verso Citera, ma Förg in Venice realizzerà il desiderio dell’artista di esporre durante la Biennale Arte con una personale, un sogno rimasto incompiuto quando era in vita.

Förg in Venice presenterà questo poliedrico artista sotto una nuova prospettiva, in un’ambientazione veneziana senza eguali dove gli arredi e le decorazioni giocheranno un ruolo chiave nel contestualizzare l’arte. La mostra offrirà una panoramica approfondita dei temi estetici e concettuali affrontati da Förg, non solo dal punto di vista della produzione artistica ma anche in relazione al contesto in cui le opere sono esposte. L’artista riteneva che lo spazio, l’ubicazione e il posizionamento di una sua opera fossero intrinseci all’opera stessa. Durante la sua carriera, Förg dipinse sulle pareti delle gallerie, usò porte e finestre come elementi integranti, e arrivò a usare la vernice di alcune sue opere per creare un gioco di riflessi che desse vita a considerazioni inaspettate.

Per lo stesso motivo, l’artista installò più volte le sue opere all’interno di contesti storici, spesso attraverso interventi tanto delicati quanto minimalisti. Questa mostra porterà avanti tale tradizione, preservando l’atmosfera del Palazzo ma anche indagando lo spirito creativo e ludico di Förg. Nel contesto di Palazzo Contarini Polignac – una location classica, romantica e mozzafiato affacciata sul Canal Grande di Venezia – imbattersi nelle opere versatili e sapienti dell’artista inviterà il visitatore a interrogarsi sul rapporto di Förg con la storia dell’arte e dell’architettura, entrambe determinanti nella sua produzione polivalente.

Attraverso l’installazione delle opere d’arte di Förg – prevalentemente aderenti alle tradizioni moderniste- all’interno delle sale decorate e dell’architettura rinascimentale di Palazzo Contarini Polignac, l’esposizione indagherà l’eredità del modernismo estetico (uno degli ideali al centro dello studio di Förg) in uno spazio ricco di storia e maestria artigiana. La mostra non avrà uno sviluppo tradizionale bensì un allestimento di grande atmosfera dove le opere dell’artista abiteranno un contesto intimo e privato evocando una malinconia e un romanticismo raramente
associati all’opera di Förg. Grazie all’integrazione del ricco corpus di opere di Förg negli interni delle sale del Palazzo, la mostra illustrerà l’interesse dell’artista per il dialogo tra arte, architettura e fruizione.

Lungo tutto il Palazzo, singoli quadri, arazzi ed elementi decorativi in determinate posizioni saranno sostituiti con le opere dell’artista. Al piano terra, un dipinto minimalista di grandi dimensioni raffigurante una finestra, “Untitled” (2004), affiancato da alcuni schizzi preparatori dell’opera, prenderà il posto di uno stemma dando l’impressione che ci sia una finestra dove in realtà non c’è. Nonostante la loro forte geometria, le finestre di Förg sono provocatorie poiché offrono una cornice dentro cui guardare ma senza fornire alcuna visuale: al contrario, dirigono e limitano lo sguardo, mettendo in discussione l’atto visivo e l’estetica in sé.

Nel Salone del Palazzo, quattro straordinari dipinti in stile Spot Painting realizzati tra il 2007 e il 2009 saranno presentati di fronte a quattro ampi arazzi. In queste opere astratte e gestuali, i segmenti orizzontali delle pennellate verticali richiamano i raffinati scarabocchi di Cy Twombly, ma con differenze sia a livello cromatico – con un diverso uso del bianco e del grigio chiaro che sembrano richiamare la base di una tavolozza – sia per quanto concerne l’impiego di pennelli puliti. Questi Spot Painting danno l’idea di essere stati prodotti velocemente, ma sono in realtà frutto tanto di una rapida intuizione quanto di un’attenta riflessione dell’artista. Insieme, i quattro dipinti daranno prova della ponderata e incessante sperimentazione di abbinamenti cromatici, applicazioni di pittura, composizioni e ritmi dell’artista, il tutto all’interno di una sola serie di quadri. Collocate di fronte agli arazzi figurativi del Palazzo, che si potranno ancora intravedere, queste opere di Spot Painting evocheranno – attraverso le pennellate fluttuanti sulle superfici piane – una sorta di potere autonomo dell’astrazione modernista, sottolineando il rapporto stesso dell’artista con questa forma artistica, tanto coinvolto quanto distaccato.

Nella maestosa sala degli specchi del Palazzo, una serie di sculture di Förg, realizzate nel 1990, verranno installate vicino alle finestre. Queste sculture figurative, tra cui maschere di bronzo su piedistalli in compensato grezzo, esplorano le possibilità e i limiti della materia. Le superfici corpose, lavorate rapidamente, fanno pensare alla distruzione: deliberatamente imperfette, dimostrano che Förg preferiva esplorare un’idea anziché realizzare un ideale di piacere e perfezione estetica. Le superfici palpabili recano i segni delle impronte digitali di Förg, di agenti esterni casuali e danni fisici che spingono il bronzo e la sua lavorazione lontani dalle associazioni gerarchiche, classiche e monumentali di tale materiale.

Lungo le sale laterali del Palazzo saranno infine in mostra diversi dipinti astratti di Förg datati dagli anni Ottanta agli anni Novanta, che sostituiranno le opere d’arte solitamente esposte. Nella sua interezza, l’offerta espositiva della mostra dà prova dell’ampia portata della carriera di Förg e della sua tendenza alla sperimentazione, raggruppando i vari filoni e le influenze concettuali che hanno interessato la sua produzione – dall’agile esecuzione, complessità tonale e composizione stratificata, alla libera gestione delle discipline formali e delle strutture geometriche.

Förg in Venice è presentata con il supporto dell’Estate di Günther Förg e di Hauser & Wirth.

Note per i giornalisti

Günther Förg
Günther Förg nacque nel 1952 nella regione dell’Algovia, Germania. Dal 1973 al 1979 studiò sotto Karl Fred Dahmen all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera, realizzando quasi esclusivamente dipinti monocromi. Negli anni Ottanta iniziò a sperimentare con fotografia, pittura e scultura e tenne la sua prima personale alla Galleria Rüdiger Schöttle di Monaco. Nel 1992 fu invitato a prendere parte alla Documenta IX a Kassel. Dal 1992 insegnò all’Università di Arte e Design di Karlsruhe. Nel 1996 ricevette il prestigioso premio Wolfgang Hahn, e due anni più tardi divenne professore dell’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera, dove insegnò fino alla sua morte nel 2013, all’età di 61 anni. La sua arte è nota per i suoi riferimenti ai maestri modernisti come Barnett Newman, Clyfford Still, Philip Guston, Mark Rothko e Edvard Munch.

La Curatrice
La Dottoressa Elisa Schaar è una storica dell’arte, scrittrice, curatrice e docente della Oxford University (St Peter’s College). Specializzata nell’arte dagli anni Sessanta in poi, Schaar ha scritto articoli e saggi di cataloghi su diversi artisti tra cui Robert Rauschenberg, Elaine Sturtevant, Fred Sandback, e Ragnar Kjartansson. I suoi articoli sono apparsi su riviste come Art History e American Art e in cataloghi di molte istituzioni, tra cui la Pinakothek der Moderne, il Museo d’Arte di Tel Aviv e la Castelli Gallery. Schaar recensisce regolarmente le mostre della città di Londra sulla rivista Artforum.

Palazzo Contarini Polignac
Palazzo Contarini Polignac, detto anche Contarini dal Zaffo, è uno dei più importanti edifici del primo Rinascimento di Venezia. Fu progettato molto probabilmente da Giovanni Buora nel XV secolo, benché gli studi passati lo abbiano attribuito a Mauro Codussi. Oltre a una straordinaria facciata in marmo che richiama il classicismo toscano, il Palazzo presenta dettagli notevoli tra cui una facciata laterale con tre archi che delimita il giardino di Palazzo Balbi-Valier Sammartini. Palazzo Contarini Polignac vanta un lungo e importante passato artistico sin dall’inizio del XX secolo, quando la Principessa Winnaretta de Polignac, nota intenditrice e mecenate d’arte, cominciò a organizzarvi concerti di musica da camera la cui fama, dal Canal Grande, raggiunse tutta Europa. Noti per l’attenzione all’avanguardia europea, questi concerti ebbero tra i loro ospiti anche Ethel Smyth e Igor Stravinsky. Recentemente, Palazzo Contarini Polignac ha ospitato numerose mostre di arte contemporanea.
Il Dallas Museum of Art
Inaugurato nel 1903, il Dallas Museum of Art (DMA) è tra i 10 musei d’arte più importanti degli Stati Uniti e si distingue per ricerca, innovazione e impegno pubblico. Il cuore del Museo e dei suoi programmi è la sua collezione globale che include oltre 24.000 opere che coprono 5000 anni di storia, rappresentando un vasto assortimento delle culture del mondo. Situato nel distretto artistico più grande degli Stati Uniti, il Museo stimola la creatività degli abitanti, coinvolgendo persone di ogni età ed estrazione culturale nella ricca programmazione che include mostre, seminari, concerti, eventi letterari, e spettacoli di danza. Dopo aver ripristinato l’ingresso libero nel 2013, il Museo ha dato il benvenuto a oltre 4 milioni di visitatori, di cui 800.000 solo nel 2018. Per maggiori informazioni, visitate DMA.org.

Il Dallas Museum of Art è supportato in parte dalla generosità dei suoi membri e dalle donazioni, dai cittadini di Dallas attraverso l’Ufficio Comunale di Attività Culturali, e dalla Texas Commission on the Arts.


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